Gropparello, una lapide in ricordo del sacrificio di don Borea. “Vinse la libertà”
09 Agosto 2021 12:05
“Viva il ricordo di Don Borea, viva la democrazia, viva la libertà”. E’ la frase pronunciata – tra gli applausi delle tante persone arrivate in piazza Roma a Gropparello nella mattinata di domenica 8 agosto – da Stefano Pronti, Presidente del Comitato provinciale dell’Anpi Piacenza. Parole che sintetizzano perfettamente la celebrazione avvenuta nel cuore di Gropparello, dove la comunità ha partecipato numerosa all’inaugurazione della lapide commemorativa collocata sulla facciata del comune, in memoria di don Giuseppe Borea: sacerdote e partigiano martire della Resistenza.
“Oggi onoriamo un giovane prete che ha sempre manifestato la sua avversità nei confronti del regime – ha affermato Stefano Pronti – rappresentando la maggior parte del clero piacentino dell’epoca, grazie a lui e agli uomini di valore del suo calibro ha vinto la libertà”.
“Muoio innocente. Perdono di cuore a coloro che mi hanno fatto tanto male e anche a voi che dovete sparare” la frase del sacerdote ucciso il 9 febbraio 1945 a cui ha fatto riferimento il sindaco Claudio Ghittoni. Don Giuseppe Borea fu nominato parroco di Obolo, la più alta delle frazioni di Gropparello nel 1937, all’età di 27 anni. Scelse subito da che parte stare e diventò cappellano partigiano nella trentottesima Brigata della divisione Valdarda. Il 27 gennaio 1945 venne arrestato da tre uomini della guardia nazionale della Repubblica di Salò e sottoposto a un processo sommario nel quale non gli venne data la possibilità di difendersi dalle false accuse. La sentenza di condanna a morte era già stata scritta e vane furono le domande di assoluzione presentate dalla Diocesi piacentina.
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