Caso Dentix, Adiconsum Parma e Piacenza: “Vinti 21 ricorsi contro le Finanziarie”

22 Settembre 2021 04:30

Ad oltre un anno dall’avvio del fallimento della società Dentix, Adiconsum Parma e Piacenza fa sapere di ritenersi soddisfatta “per i successi ottenuti nei confronti delle finanziarie coinvolte in questa vicenda. Molte delle persone che Adiconsum Parma e Piacenza ha aiutato hanno risolto positivamente il loro problema, chi proseguendo le cure presso altre strutture convenzionate con le finanziarie, chi vedendosi accolto il ricorso  presentato all’Abf (arbitro bancario e finanziario) per la risoluzione e la restituzione delle rate pagate”.

Nella nota, si legge che sono 68 le persone che si sono rivolte ad Adiconsum Parma e Piacenza e per le quali sono state messe in atto le procedure di messa in mora della società fallita e delle finanziarie che avevano concesso i prestiti per il pagamento delle cure dentarie (in alcuni casi queste non sono mai avvenute). Quarantadue i pazienti hanno potuto proseguire le cure presso altre strutture convenzione con le finanziarie, 26 i ricorsi presentati all’Abf per la risoluzione del contratto di finanziamento concesso e la restituzione delle rate pagate ai sensi e per gli effetti dell’art. 125 quinques Tub, di cui cinque non accolti per mancanza di idonea documentazione medica fornita dal consumatore; tutti gli altri ricorsi sono stati accolti o definiti anticipatamente per accordi nella more intervenuti con le finanziarie che comunque hanno riconosciuto la mancata esecuzione delle cure odontoiatriche e quindi, previa risoluzione del contratto di finanziamento, restituito ai consumatori le somme pagate in eccedenza.

“La triste vicenda del caso Dentix , scoppiata nel secondo semestre del 2020 ci spinge, puntualizza Aurelio Carlo Vichi, presidente dell’associazione della Cisl, ad alcune considerazioni su quanto sia facile da parte di alcuni soggetti speculare sulla salute delle persone spingendole a sottoscrivere finanziamenti non sempre chiari e trasparenti, ma che vengono accettati per necessità di accedere così a cure sanitarie indispensabili. Per questo occorre che le società finanziarie modifichino le loro procedure rendendole più trasparenti e chiare in termini di tassi e spese oltre ad adottare comportamenti etici per migliorare il rapporto che intercorre col cliente finale, che in questo caso oltre che consumatore è anche paziente”.

“Le motivazioni espresse per l’accoglimento dei ricorsi presentati, spiega l’avvocato Cristina Niglio, consulente di Adiconsum Parma e Piacenza, hanno confermato la linea intrapresa dall’associazione: oltre a non dover pagare all’intermediario più alcuna rata prevista dal contratto di finanziamento sottoscritto per l’acquisto delle cure odontoiatriche, agli associati è stata riconosciuta la risoluzione del medesimo contratto e la restituzione delle rate già pagate che in alcuni casi superano i cinquemila euro, oltre al rimborso delle somme versate per la presentazione del ricorso e la corresponsione da parte dell’intermediario alla Banca d’Italia di una somma quale contributo alle spese di procedura, come previsto dalla normativa vigente”.

Per Cristina Niglio, “l’Arbitro Bancario Finanziario nelle decisioni prese per i casi accolti ha espresso dei principi di fondamentale importanza nell’ottica delle tutela del consumatore, confermando che nei contratti di credito collegati (come nella fattispecie affrontate) in caso di inadempimento da parte del fornitore di beni o servizi (leggi: Dentix), il consumatore ha diritto alla risoluzione del contratto di credito ove dimostri che l’inadempimento del fornitore è di non scarsa importanza ai sensi dell’art. 1455 c.c.”.

Il Collegio, quindi ha valutato se, in riferimento al contratto di fornitura (nel caso di specie, appunto, le cure odontoiatriche) sussistevano le condizioni previste dall’art. 1455 c.c., ossia  la sussistenza di un inadempimento di “non scarsa  importanza”: detta valutazione è stata effettuata sulla base della documentazione medica fornita dal consumatore medesimo che si è visto costretto a rivolgersi ad altro professionista medico di sua fiducia per attestare quali e quante cure erano state eseguite rispetto a quelle effettivamente pagate.

“Purtroppo – prosegue la nota – nel caso dei pochi ricorsi non accolti, secondo l’Arbitro Bancario, la documentazione medica fornita dal consumatore non è stata idonea a verificare la sussistenza del grave inadempimento ma per questi casi, Adiconsum Parma Piacenza sta valutando iniziative differenti volte sempre a tutelare comunque gli associati che l’hanno interpellata.

Sulla base delle decisioni adottate dalla Banca d’Italia, Adiconsum Parma e Piacenza “confida per il futuro che da parte delle finanziarie e di alcuni  studi medici migliorino i rapporti con i propri clienti e pazienti al fine di evitare il ripetersi di casi incresciosi come quello che molti nostri associati hanno subito dal fallimento della società Dentix”.

 

 

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