Lo studio: i malati fragili guariti dal Covid e vaccinati sono protetti dalle varianti
13 Ottobre 2021 13:11
Il vaccino anti-Covid sui malati oncologici funziona. Ora lo dice uno studio qualificato pubblicato su una rivista scientifica europea. Non solo: il sistema immunitario di malati fragili immunodepressi colpiti dal Covid, guariti e vaccinati con due dosi, ha prodotto un livello così alto di anticorpi contro il virus da garantirne la protezione anche in presenza di nuove varianti.
È il risultato di un’importante collaborazione tra i reparti di Microbiologia e Oncologia dell’Ausl di Piacenza e il policlinico San Matteo di Pavia come capofila, che ha portato alla stesura di uno studio pubblicato sul prestigioso Journal della European Society for Medical Oncology. Il lavoro di ricerca non solo giustifica la terza dose di vaccino sui pazienti più fragili ma va oltre, spiegando che esiste un livello di immunità fino ad ora non immaginato, in coloro che hanno sviluppato la malattia. Lo studio ha valutato fino ad oggi 88 pazienti tra Piacenza e Pavia: si tratta di persone con patologie oncologiche, in trattamento con farmaci immunoterapici. Il laboratorio di Microbiologia ha contribuito allestendo la diagnostica sierologica e le analisi dell’immunità cellulo- mediata con il test IGRA. A Piacenza lo studio è stato ampliato ai pazienti ematologici grazie al fatto che il laboratorio sta ospitando parte degli specializzandi della scuola di Microbiologia e Virologia dell’università di Pavia diretta dal piacentino Fausto Baldanti. I risultati preliminari sono incoraggianti. La vaccinazione è stata efficace a stimolare la risposta contro il virus nella grande maggioranza dei pazienti con neoplasia anche in trattamento. Tutti i malati che hanno contratto una precedente infezione da Coronavirus hanno sviluppato le risposte anticorpali e cellulo -mediata già dopo la prima dose. Con il richiamo si è fatto il salto di qualità: dopo la seconda dose nei guariti da Covid si sono riscontrati livelli mediani di risposta anticorpale molto più elevati che nei pazienti che non hanno contratto il virus: in pratica 26 volte in più per i livelli IgG totali. Tra l’altro l’adesione al vaccino da parte dei malati oncologici in cura, (434 in totale) è stata del 99,7%.
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