Gambarelli, “in casa sangue ovunque”. Come si identificò il presunto assassino
22 Novembre 2021 18:16
“Macchie di sangue sono state trovate ovunque nell’appartamento di Giorgio Gambarelli” lo ha ricordato nella sua testimonianza il maggiore dei carabinieri dei Ris di Parma Alessandro Coli. Solo una traccia ematica non corrispondeva a Gambarelli e fu confrontata con il tampone salivare del fratello dell’imputato, Ali Fatnassi, tuttora irreperibile.
Hanno poi deposto nel corso del processo per il fisioterapista assassinato nel 2013 altri investigatori dei Ris, il colonnello Massimo Barbaglia all’epoca dei fatti comandante del nucleo investigativo dei carabinieri, il luogotenente Pietro Santini che ha ricordato di essere stato uno dei primi ad arrivare sul luogo del delitto nella casa di via Degani, dove era stato trovato il corpo della vittima.
Il fisioterapista 68enne Giorgio Gambarelli era stato trovato senza vita dai vigili del fuoco sabato sera 27 luglio 2013, il delitto avvenne presumibilmente nella notte del 26, ossia quasi 24 ore prima, un lasso di tempo, quello intercorso fra l’omicidio e la scoperta del cadavere, che fu fondamentale per la fuga del presunto assassino.
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