Premio per l’enologia: il neo dottore Romanini brinda al vino sostenibile e circolare
27 Novembre 2021 04:25
“L’approccio adottato mostra un’elevata sensibilità innovativa sia in ambito tecnologico che di sistema produttivo … ponendo un tassello importante nell’individuazione di nuovi sistemi sostenibili per la stabilizzazione dei vini“: con queste motivazioni Elia Romanini, neo dottore Agrisystem, si è aggiudicato il premio Internazionale Soldera, nato per sostenere i giovani talenti di tutto il mondo che si dedicano a studi nel settore vitivinicolo.
Elia ha sviluppato un progetto di ricerca che fa della sostenibilità ambientale ed economica la sua cifra distintiva, un progetto di recupero e valorizzazione dei sottoprodotti del processo enologico che si inserisce in un filone di ricerca più ampio da tempo in corso presso la sezione di Tecnologia, Enologia e Ambiente del Dipartimento DiSTAS della Facoltà di Scienze Agrarie Alimentari e Ambientali dell’Università Cattolica.
“Dopo l’imbottigliamento, il vino può andare incontro a perdita di limpidezza a causa dell’aggregazione di alcune molecole denominate PRP-Pathogenesis Related Proteins. Ciò può determinare la perdita di valore commerciale del prodotto” spiega Romanini, che prosegue: “È fondamentale rimuovere queste proteine prima della messa in bottiglia del vino e per fare ciò gli enologi utilizzano la bentonite, un’argilla poco sostenibile, che può dare problemi di sicurezza agli operatori che la maneggiano e che, depositando al fondo della vasca, implica perdite di vino variabili dal 3 al 10%. Inoltre, la bentonite costituisce un rifiuto che deve essere opportunamente smaltito”.
Il problema indotto dalle PRP è particolarmente sentito in Australia, dove sono molti i vini caratterizzati da un’alta instabilità e che necessitano, pertanto, alte dosi di bentonite. Lo sa bene Elia, che dopo la laurea triennale e magistrale, entrambe conseguite in Cattolica a Piacenza, ha intrapreso il percorso di dottorato Agrisystem conclusosi nel 2021 proprio con una tesi inerente a “Coadiuvanti innovativi per ottenere la stabilità del vino e migliorare la sostenibilità del processo enologico”. Parte dello studio, come accade per tutti i dottorati Agrisystem, si è svolto all’estero e, nello specifico, Elia ha applicato la farina di vinaccioli su mosti e vini proprio presso l’Australian Wine Research Institute (AWRI) a Adelaide.
“Da precedenti lavori svolti su vino Ortrugo, nell’ambito di un progetto Spinner della regione Emilia Romagna, si è compreso che vinaccioli tostati e macinati, ancora ricchi di composti fenolici, possono essere in grado di eliminare le PRP dal vino promuovendone la stabilità” racconta Elia. “Il coadiuvante sostenibile è stato testato in sostituzione della bentonite ottenendo buoni risultati sia tecnologici, sia chimici, sia a livello del profilo sensoriale del vino”. Questo nuovo coadiuvante, il cui studio sta proseguendo in Università Cattolica da parte dell’equipe di Enologia guidata da Milena Lambri e Mario Gabrielli, si pone quindi come alternativa sostenibile e di facile utilizzo per la valorizzazione di un sottoprodotto nell’ottica di un processo enologico non solo più sostenibile, ma anche “circolare”.
Elia, dopo il dottorato, prosegue la sua esperienza in Università, ma guarda anche alla produzione di vino collaborando con due amici, entrambi ex studenti della Cattolica: Junio Salvi, agronomo, e Simone Mora, enologo. “Mantenendo le dita incrociate, nasceranno a maggio 2022 le nostre prime 1000 bottiglie di Buttafuoco DOC il cui nome ricorderà una lontana vacanza insieme nel 2011”.
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