Covid, i non vaccinati rischiano nove volte in più il ricovero. Il report regionale
23 Dicembre 2021 15:42
In Emilia-Romagna i non vaccinati contro il Covid rischiano nove volte in più il ricovero in ospedale rispetto a chi ha ricevuto la terza dose, e 7,8 volte in più di infettarsi. Il rischio di morire è 5,5 volte maggiore rispetto ai vaccinati nei cinque mesi precedenti. E’ quanto emerge dall’ultimo report dell’Agenzia sanitaria e sociale della Regione, che ha analizzato l’incidenza del virus e delle sue conseguenze sul territorio nel mese di dicembre (dati al 21/12).
“In particolare, i vaccinati da meno di 5 mesi – o coloro che hanno effettuato la dose booster – sono i più protetti; al contrario – prosegue la presentazione della ricerca – i non vaccinati hanno un rischio di infettarsi che va da 2,4 volte di più rispetto ai vaccinati da oltre 5 mesi a 3,4 volte di più rispetto ai vaccinati entro 5 mesi; se confrontato con i vaccinati che hanno ricevuto il booster, il rischio è addirittura 7,8 volte più alto. Per quanto riguarda i ricoveri in ospedale, i non vaccinati rischiano 5,4 volte di più in confronto ai vaccinati da oltre 5 mesi, 6,4 volte di più rispetto ai vaccinati entro i 5 mesi, fino ad arrivare a 9 volte di più rispetto a chi ha ricevuto la dose booster. Dato significativo anche per i decessi: chi non ha fatto il vaccino rischia 4 volte di più rispetto ai vaccinati da oltre 5 mesi, e 5, 5 volte di più rispetto ai vaccinati entro i 5 mesi”.
“I dati dell’ultimo monitoraggio – sottolinea l’assessore regionale alla sanità Raffaele Donini – evidenziano ancora una volta come il vaccino sia il nostro alleato più forte nella lotta contro il Coronavirus. Dal Report emerge chiaramente come le persone non vaccinate, rispetto a chi lo è, corrano rischi molto maggiori di contrarre l’infezione, essere ricoverati, anche in terapia intensiva, e di morire. Ancora una volta i numeri confermano quanto la scienza e la medicina dicono: è fondamentale vaccinarsi e fare le terze dosi”.
IL REPORT IN SINTESI – Il report ha rilevato sul territorio il cosiddetto “effetto paradosso”, che si verifica quando le coperture vaccinali nella popolazione sono elevate: il numero assoluto di infezioni, ospedalizzazioni e decessi può essere simile, se non maggiore, tra i vaccinati rispetto ai non vaccinati, per via della progressiva diminuzione nel numero di questi ultimi.
I confronti devono quindi essere sempre effettuati sulla base dell’incidenza (eventi/popolazione).
Nel complesso della popolazione emiliano-romagnola, tuttavia, tra fine ottobre e metà dicembre l’incidenza di infezioni è sempre più elevata tra i non vaccinati, con un trend in aumento nell’ultimo periodo, che si osserva anche tra i vaccinati. L’incidenza di ricoveri in ospedale è sempre significativamente più elevata nei non vaccinati rispetto ai vaccinati; anche per questi ultimi si osserva però un aumento dell’incidenza nell’ultimo periodo.
Per quanto riguarda l’incidenza di infezioni che comportano il ricovero in terapia intensiva, si mantiene contenuta nei vaccinati con ciclo completo, mentre ciò non avviene per i non vaccinati, dove è molto elevata nell’ultimo periodo; il rischio relativo, standardizzato per età e classe di fragilità clinica/complessità assistenziale, mostra come i non vaccinati abbiano sempre un rischio maggiore di infezione, ricovero, ricovero in terapia intensiva e decesso rispetto a tutte le diverse categorie di vaccinati.
L’analisi dei dati per Azienda Sanitaria mostra peraltro un quadro sovrapponibile, con tassi di incidenza di infezione e ricovero nei non vaccinati molto più elevati rispetto a tutte le categorie vaccinali, e in particolare nel confronto con chi ha ricevuto la dose booster.
Infine, il monitoraggio degli ultimi due mesi (14 ottobre-15 dicembre) evidenzia come, quando si considera l’intera popolazione di vaccinati con ciclo completo, la stima dell’efficacia nei confronti delle infezioni si mantenga superiore al 72%, quella nei confronti dei ricoveri all’86%, dei ricoveri in terapia intensiva al 92,6%. I valori dell’efficacia, in particolare per quanto concerne le infezioni, sono inferiori nelle persone con più di 60 anni. L’efficacia nei confronti dei ricoveri, soprattutto in terapia intensiva, si conferma tuttavia elevata anche in queste fasce di età.
© Copyright 2024 Editoriale Libertà
NOTIZIE CORRELATE