Sanità, potenziamento delle Case della salute nel piano di prevenzione regionale

28 Gennaio 2022 11:07

 

Integrazione, rete, equità, Case della salute: su queste parole chiave si snoda il nuovo Piano Regionale della Prevenzione 2021-2025 dell’Emilia-Romagna (PRP), recentemente approvato dalla giunta.

“Si tratta – scrive la Regione in una nota – dello strumento di riferimento per eccellenza per tutti gli interventi e i programmi messi in campo dal Servizio sanitario – Regione e Ausl – per tutelare e promuovere la salute della popolazione che vive e lavora in Emilia-Romagna. Il tutto “in concerto” con tanti altri settori, quali ambiente, scuola, agricoltura, attività produttive, sport – come previsto anche dalla legge regionale 19/2018 sulla prevenzione e la promozione della salute – perché la salute e il benessere della comunità sono determinati da molti fattori.

A partire dagli indirizzi forniti dal Piano Nazionale di Prevenzione 2020-2025 del ministero della Salute, il documento è stato integrato con le azioni necessarie a livello regionale alla luce del quadro epidemiologico e della specificità dei dati locali.

Sono venti i programmi su cui si articola, accomunati da un obiettivo: promuovere la salute in tutte le politiche, dalla sicurezza sul lavoro alla lotta alle dipendenze, dal sostegno ai più vulnerabili sino alla promozione di stili di vita corretti in ambienti sani.

La maggior parte degli interventi prevede il potenziamento della rete regionale delle Case della salute, luoghi ideali sia nella gestione dei percorsi assistenziali che nella prevenzione primaria, in quanto non si limitano al ruolo di cura, ma sono un raccordo tra ambiente sanitario e popolazione per la promozione della salute.

I programmi sono raggruppati per aree tematiche, legate ai principali destinatari degli interventi: cinque programmi sono rivolti alla popolazione generale per favorire stili di vita salutari e contrastare le malattie croniche, sei sono i programmi che interessano prevalentemente l’ambito sanitario e contrastano le malattie trasmissibili, tre i programmi che declinano il tema ambiente clima e salute e infine sei programmi sono dedicati alla promozione della sicurezza e della salute in ambiente di vita e di lavoro.

“I piani di prevenzione funzionano quando nemmeno ci si accorge della loro esistenza, perché servono a promuovere la salute nella quotidianità- commenta l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini-. L’esperienza degli ultimi anni ci insegna tuttavia a non abbassare mai la guardia di fronte agli imprevisti: serve una strategia multidisciplinare, intersettoriale e coordinata. Covid a parte, ci sono malattie infettive che rappresentano un rischio emergente soprattutto a causa della globalizzazione e dei cambiamenti climatici; nuove dipendenze, come quelle per la tecnologia da parte degli adolescenti, impensabili solo qualche anno fa; una popolazione che oltre a invecchiare tende a muoversi meno del necessario. Per non parlare del rispetto della salute dei lavoratori. Il nostro dovere è farci trovare pronti a prevenire ed affrontare le sfide del futuro, promuovendo un’idea di salute che non è semplicemente assenza di malattie ma benessere psicofisico globale. L’obiettivo finale- chiude Donini – è quello di rafforzare ulteriormente il nostro servizio sanitario, migliorando ulteriormente la qualità di vita dei nostri cittadini”.

La ‘filosofia’ del PRP

La scelta che sta alla base del nuovo Piano di prevenzione è quella di integrare energie e risorse provenienti da settori diversi, incentivare la creazione e il mantenimento di reti coordinate tra Regione, Ausl, enti locali, imprese, associazioni di volontariato, professionisti pubblici e privati, utilizzare in maniera sempre più estesa applicativi informatici e banche dati sia per la fase di monitoraggio e controllo, sia per quella di comunicazione trasparente dei risultati.

Il tutto senza trascurare le azioni trasversali sostenute dal Piano Nazionale: la necessità di investire sulla formazione, di salvaguardare l’equità attraverso strategie differenziate, di coinvolgere i cittadini tramite azioni di comunicazione e di marketing sociale che raggiungano pubblici diversi.

Sono coinvolti in maniera diversa tutti gli Assessorati regionali che daranno continuità alle azioni già portate avanti negli anni precedenti. La Regione affronta infatti il nuovo Piano forte delle competenze organizzative e relazionali maturate dal 2005 in poi, beneficiando dello stretto rapporto di collaborazione con le Aziende Usl per la definizione, l’avanzamento e il monitoraggio delle attività.

Senza contare che un positivo impulso al PRP è derivato anche dall’approvazione della Legge regionale (n.19/2018) “Promozione della Salute, del benessere della persona e della comunità e prevenzione primaria”, in particolare per quanto riguarda la trasversalità del tema salute nelle politiche di differenti settori.

Il PRP, che fa parte degli adempimenti per l’accesso al maggior finanziamento delle risorse del Sistema Sanitario Nazionale, prevede una cabina di regia coordinata da un responsabile regionale cui partecipano le Ausl, che a loro volto redigono un piano attuativo locale del PRP, i responsabili dei singoli piani e l’Anci-Emilia-Romagna.

Il PRP online

Contenuti, aggiornamenti e iniziative del Piano Regionale della Prevenzione sono disponibili online all’indirizzo: www.costruiamosalute.it

Scheda di approfondimento sul Piano prevenzione

LO SCENARIO DELL’EMILIA ROMAGNA 

Lo scenario all’interno del quale le azioni del Piano regionale di Prevenzione vanno contestualizzate vede la popolazione dell’Emilia-Romagna che nel 2021 si assesta su meno di 4,5 milioni di abitanti e corrisponde al 7,5% di quella italiana. La quota di popolazione straniera si conferma su livelli simili a quelli del 2014, dopo esser cresciuta rapidamente all’inizio degli anni 2000: 12% dell’Emilia-Romagna contro l’8,5% dell’Italia. L’indice di vecchiaia ha continuato a crescere dal 2013 al 2018 (187% vs 169%), seppur lievemente meno che in Italia (184% vs 147%). Anche la speranza di vita ha fatto registrate un costante aumento fino al 2019, ma nel 2020 l’epidemia da Covid-19 ha azzerato i ‘guadagni’ dei precedenti 10 anni.

La percentuale di laureati è superiore alla media italiana: nel 2020, il 17,4% della popolazione ha un titolo di studio universitario mentre solo il 14,5% ha la licenza elementare o meno. Il tasso di disoccupazione dopo essere sensibilmente aumentato dalla fine del 2008 fino all’inizio del 2014, cala fino all’inizio del 2020.

Fra i fattori di rischio noti, quello che causa il più grande carico di malattia è il fumo di tabacco (12% del totale anni di vita persi), seguito dall’iperglicemia (10%), ipertensione, dieta e sovrappeso (8-9%, ciascuno), consumo di alcool, ipercolesterolemia, rischi occupazionali, inquinamento atmosferico (3-4% ciascuno), uso di droghe, sedentarietà, mancato allattamento al seno o interruzione precoce (1-2%).

Tra le cause principali di morte del periodo 2015-2019 ci sono al primo posto le malattie del sistema circolatorio, al secondo i tumori e al terzo le malattie respiratorie. Gli incidenti stradali rappresentano la dodicesima causa di morte, con un numero di decessi in calo ma un preoccupante aumento dell’uso dei dispositivi tecnologici tra le cause di distrazione. Nell’anno 2020, dopo le malattie circolatorie e i tumori, il Covid-19 si è collocato al terzo posto tra le cause di decesso.

In Regione sovrappeso e obesità interessano il 26,4% dei bambini: 4 bambini su 10 trascorrono più di due ore al giorno davanti a uno schermo. La sorveglianza sugli adolescenti evidenzia che il 28% dei 15enni fuma tabacco e il 20% ha fatto uso di cannabis almeno una volta nel corso della vita. Il 6% dei maschi e l’11% delle femmine di quell’età ha un uso problematico dei social media.

In Emilia-Romagna il 16% delle persone di 18-69 anni conduce uno stile di vita sedentario: la sedentarietà cresce con l’età ed è più diffusa tra le donne e tra le persone svantaggiate sotto il profilo socio-economico. Il 9% delle persone ultra64enni non è in grado di deambulare e il 41% risulta poco attivo. Nel 2020, infine, sono stati registrati 29.781 nati (fonte ISTAT) con una riduzione del 3,7% sull’anno precedente.

 

 

 

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