“Non era il fidanzato della donna travolta e uccisa, ma un amico: no al risarcimento”
31 Gennaio 2022 04:40
Chiede 220mila euro a titolo di risarcimento per la fidanzata morta in un incidente stradale nel 2019, ma la compagnia assicurativa che difende il camionista alla guida del tir che aveva travolto la giovane non ci sta e denuncia il “presunto compagno” per un tentativo di frode.
In fase preliminare, l’altro giorno in tribunale a Piacenza, il giudice ha acquisto la denuncia della compagnia di assicurazioni e rinviato il processo al prossimo giugno, per consentire un approfondimento d’indagine, con lo scopo di capire se la persona che aveva chiesto il risarcimento ne avesse effettivamente diritto.
L’incidente stradale era avvenuto nel novembre del 2019 in via Dogana a Castel San Giovanni. Una donna di origini argentine, Romina Silvana Tagni, in bicicletta percorreva la strada che porta verso la Lombardia e venne travolta e uccisa da un camion.
Il processo dell’altro giorno, che aveva imputato di omicidio stradale l’autista alla guida, difeso dall’avvocato Gianmarco Lupi, è stato quindi rinviato per consentire le necessarie verifiche alla segnalazione sollevata dall’assicurazione del mezzo pesante.
Le indagini della compagnia assicurativa erano state affidate ad un detective, che avrebbe raccolto notizie sulla persona che aveva chiesto il risarcimento. Secondo quanto scoperto dall’investigatore privato, chi aveva rivendicato il risarcimento in realtà non sarebbe stato il compagno della donna, ma un “semplice amico”.
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