Soldi in cambio di preferenze: “Quattromila euro a un prete per far votare Guarnieri”
11 Febbraio 2022 02:46
“Mi preme sottolineare che questo sistema corruttivo, oltre a essere avulso da qualsiasi collegamento politico, ha costituito un vero e proprio sistema che è arrivato anche a ipotesi di corruzione elettorale. Dagli atti emerge che figure di sindaci e in prospettiva anche altre figure di consiglieri regionali sono stati eletti perché gli elettori sono stati pagati”.
Con queste parole il Procuratore capo Grazia Pradella ha sottolineato uno dei filoni principali dell’inchiesta che ha portato a 35 indagati, tra cui imprenditori edili, sindaci e funzionari tecnici, per un giro di appalti truccati.
Undici gli arrestati e di questi sono tre i sindaci: in carcere Massimo Castelli e Mauro Guarnieri, agli arresti domiciliari il sindaco di Bobbio Roberto Pasquali.
I Comuni sono stati commissariati dalla prefettura.
Sotto la lente dei carabinieri è finita la vittoria di Mauro Guarnieri al termine della tornata elettorale del 26 maggio 2019, nel comune di Corte Brugnatella.
Secondo le ricostruzioni, il sindaco di Cerignale Massimo Castelli, l’imprenditore Nunzio Susino e lo stesso Guarnieri si sarebbero accordati per favorire illecitamente l’elezione di quest’ultimo, per ottenere un ampio controllo politico (e quindi degli appalti) all’interno dell’Unione dei comuni dell’alta Val trebbia.
Gli indagati, per accertarsi del voto “corretto”, avrebbero anche richiesto le foto delle schede elettorali all’interno delle cabine, promettendo che – anche in caso di sconfitta del “loro” candidato – nessuno avrebbe dovuto restituire le somme ricevute.
Le indagini rivelano scambi di denaro tra Susino e Guarnieri, soldi che stando alle accuse sarebbero stati utilizzati per comprare i voti. Sembra che la prima quota di denaro consegnato dall’imprenditore (all’epoca dei fatti) al candidato sindaco si aggirasse attorno ai 10mila euro. Di questi, 2mila euro sarebbero stati consegnati da Guarnieri a un sacerdote della zona che li avrebbe utilizzati, in particolare, per convincere i residenti nella frazione di Ozzola a votare il candidato gradito a Castelli e Susino.
Le speranze dei due indagati si sono concretizzate il 26 maggio 2019 quando Guarnieri è stato eletto primo cittadino, con 16 voti di scarto rispetto all’altro candidato Stefano Gnecchi. Nei giorni seguenti all’elezione, Susino avrebbe consegnato a Guarnieri altri 2mila euro da consegnare al sacerdote come gesto di gratitudine per il pacchetto di voti procurato.
Un mese dopo le elezioni, gli operai e gli artigiani dell’imprenditore Susino avrebbero eseguito lavori di tinteggiatura e ristrutturazione nell’abitazione del sindaco neoeletto. Per questo e per i favori durante la tornata elettorale, Guarnieri avrebbe promesso a Susino di conferirgli diversi appalti pubblici per il comune di Corte Brugnatella.
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