“Esisteva già nel 1571”. Preoccupazione per i lavori a una casa di via Beverora

15 Febbraio 2022 06:16

Nel 1571 già c’era ed era quasi uguale a come lo vede oggi il piacentino che passi in via Beverora. Al civico 5 esisteva, lo documenta la “pianta madre” realizzata da Paolo Ponzoni e che è la prima raffigurazione completa di Piacenza, una casa con annesso portico. Allora da lì si passava per accedere al ponticello sul rio Beverora che portava alla chiesa di San Giovanni in Canale. Oggi vi si passa per camminare sull’acciottolato fatto di sassi piccolissimi come un tappeto. O meglio vi si passava fino a qualche giorno fa, ossia finché l’edificio è stato circondato da una staccionata, segno di un cantiere in partenza. L’immagine della ristrutturazione che appare sulle lastre di compensato che coprono il portico ha preoccupato non poco alcuni cittadini: in primis Pietro Chiappelloni che ha segnalato la questione al nostro quotidiano, ma poi anche l’associazione “Fondo Ambiente e Territorio Piacenza” che ha espresso i suoi dubbi in una nota indirizzata al sindaco Patrizia Barbieri e a tutto il consiglio comunale.

“L’immagine del nuovo prospetto dell’edificio dopo la conclusione dei lavori è certamente diversa dallo stato attuale – segnala Stefano Benedetti – la casa è di interesse storico e, come tale, è sottoposta a tutela dal Regolamento Urbanistico Edilizio comunale (Rue): l’intervento ammesso dal Rue è il “restauro e risanamento conservativo”. Il Piano Regolatore del Centro Antico di Piacenza, in vigore dal 1979 al 2001, disciplinava in modo chiaro gli interventi possibili su ciascun edificio della città storica: in seguito, le norme del Centro Antico sono diventate meno vincolanti, oppure sono state interpretate in modo estensivo. Di fatto gli interventi sull’edilizia storica spesso, anziché conservare gli edifici tutelati, li trasformano in altri completamente diversi”.

La preoccupazione è che questo avvenga anche per la casa di origini medievali di via Beverora: “Un esempio dell’inadeguatezza degli strumenti urbanistici è rappresentato dal caso eclatante della casa fra via Romagnosi e vicolo del Pavone – evidenzia Chiappelloni – un edificio con una facciata unica che è stato abbattuto”.

“Quello che chiediamo – conclude dunque Benedetti – è che lo stato di fatto dell’edificio di via Beverora e delle sue pertinenze sia descritto e documentato con fotografie di tutte le parti e ambienti esterni e interni e sia accompagnato da una relazione storica; che l’intervento autorizzato rispetti tutte le prescrizioni di tutela vigenti e che “il restauro e il ripristino dei fronti esterni e interni” sia preceduto dalla rimozione degli intonaci allo scopo di riportare alla luce le strutture murarie o gli intonaci antichi”.

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