Dall’Ucraina a Bobbio, i primi passi di Lisa lontano dalle bombe
28 Febbraio 2022 12:00
Quaranta donne ucraine hanno potuto riassaporare la libertà lontano dalla guerra. Sono arrivate sabato sera a Piacenza a bordo di un pullman sul quale erano salite dopo aver camminato a piedi per chilometri.
Hanno pagato 250 euro a testa, che sono oltre seimila grivnia ucraine, tantissimo per chi, lì tutti, ha il bancomat bloccato e non può più ritirare nulla. “Abbiamo pagato, dobbiamo ancora pagare”, dicono le sorelle Svetlana e Zhanna Sosnovska, che hanno potuto portare a Santa Maria di Bobbio la figlia di Zhanna, Giulia Omelchuk, 21 anni, che in Ucraina si è laureata in Economia e lavorava in un ristorante di sushi, e la nuora, anche lei Giulia, 25 anni, commessa in un negozio di abbigliamento, con la sua Elizabeth, la più piccola del pullman, di nove mesi soltanto.
“Gli uomini dai 18 ai sessant’anni non possono lasciare il Paese, per questo sul pullman erano tutte donne”, spiega Svetlana. “In Ucraina ci sono anche i nostri genitori, da giorni ogni volta che suona la sirena scendono di corsa in cantina. Le farmacie sono vuote, non c’è più niente da mangiare. Per fortuna le ragazze, con la piccola Lisa, hanno trovato all’ultimo minuto un posto su quel pullman. In questi giorni abbiamo finito ogni lacrima”.
I loro racconti sono fatti di code lunghissime, attese, di gente accalcata nelle stazioni, o a piedi in cammino verso la dogana: “Per fare venti chilometri di auto servono quattro ore”, dicono. “Per cercare di raggiungere la frontiera, abbiamo dovuto camminare per tre chilometri”. Ed è a causa di quei chilometri a piedi, a meno sette gradi di temperatura, che Elizabeth – già Lisa, per tutti – ieri mattina aveva 39 di febbre ed è stata visitata dal pediatra della vallata, il dottor Filippo Boccellari, subito intervenuto.
SERVIZIO DI ELISA MALACALZA
I DETTAGLI NELL’ARTICOLO DI ELISA MALACALZA SUL QUOTIDIANO LIBERTA’. FOTO PIETRO ZANGRANDI
© Copyright 2024 Editoriale Libertà
NOTIZIE CORRELATE