Due pensionati romeni aprono la casa a 38 ucraini in fuga dalla guerra. Il reportage

25 Marzo 2022 16:04

In auto lungo le strade di Suceava, Mirel ci confida che romeni e ucraini non si sono mai tanto amati. Eppure la guerra scatenata da Putin “ci sta riavvicinando”. Così tante famiglie romene della Bucovina, regione che sta a cavallo tra i due paesi, allargano le braccia per accogliere i profughi ucraini in fuga dai bombardamenti. Lo fanno Giovanni e Viorika, 82 anni lui, 71 lei. La loro casa, su tre piani, ospita quattro famiglie di profughi provenienti da Chernovtsy, 38 persone in tutto, anche grazie al supporto dell’associazione “Salvati per servire”.

“E’ gente che ha bisogno, noi gli apriamo le porte. Non facciamo nulla di che”, dicono i due pensionati. Sotto questo tetto c’è anche David, un bambino ucraino di 12 anni, dallo sguardo sveglio e dolce. “Sono scappato con mia mamma e mia sorella”, ci racconta. “Mio papà – sospira il piccolo – è rimasto a Chernovtsy. È un volontario, aiuta i profughi a scappare ogni giorno. Io seguo ancora le lezioni online, in video-collegamento con i compagni di classe che purtroppo non sono riusciti a lasciare l’Ucraina. Là, quando suonano le sirene antiaeree, l’insegnante s’interrompe e la classe corre giù nei rifugi sotterranei. Io vedo tutto da qua, è spaventoso”.

IL REPORTAGE DI THOMAS TRENCHI E MARCELLO POLLASTRI

FOTOSERVIZIO DI ANDREA PASQUALI

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