Responsabilità e prevenzione, dal Covid all’udito: focus salute a “Nel mirino”

08 Aprile 2022 22:31


A “Nel mirino” di Telelibertà, il format d’attualità condotto dal direttore Nicoletta Bracchi, è entrata la salute, con quattro ospiti di rilievo dell’Ausl di Piacenza. Sul fronte Covid: Marco Delledonne (dir. sanità pubblica) e il collega Andrea Vercelli (direttore ff  Pronto soccorso e Medicina d’urgenza). Sull’udito: l’audiologa e foniatra Sara Ghiselli con il collega otorino e chirurgo Giuseppe Di Trapani.
Da un lato, è stata offerta un’interpretazione dei contagi in crescita. Dall’altro, un focus sull’udito un mese dopo la Giornata mondiale e a pochi giorni da quella nazionale sulla prevenzione dai danni da rumore in età scolastica; questo, potendo vantare un reparto di Otorinolaringoiatria (diretto dal primario Domenico Cuda, presidente nazionale SIA) d’eccellenza nazionale.

Covid: colpo di coda?
“Contagi al +15% nell’ultimo report settimanale – ha attaccato Delledonne – casi raddoppiati da fine febbraio. Dopo lo stato di emergenza, ora sta alla responsabilità di tutti”. Ha invitato alla prudenza nel frequentare persone fragili; all’uso della ffp2; al tampone con sintomi lievi.

Al Pronto Soccorso
“Sul fronte Covid presento la parte ottimista – così Vercelli – i pazienti sono infinitamente meno gravi delle scorse ondate; ricoveri per polmonite, un’esigua minoranza. Vediamo molte infezioni simili a influenza e raffreddore, grazie soprattutto alle vaccinazioni”. Ma in caso di positivizzazioni interne (in crescita) “quando confiniamo pazienti nei pochi letti Covid (Malattie Infettive, Medicina d’urgenza e Chirurgia) non possono essere più seguiti in prima persona dallo specialista preposto”.

Covid e udito
Tra i riflessi pandemici: “la scomparsa del labiale, causa mascherine, ha peggiorato molti pazienti – hanno concordato Ghiselli e Di Trapani – un deficit socialmente invalidante”. E “negli ultimi due anni gli interventi sono calati, dopo un picco di 170 impianti in un anno ponendoci come centro di riferimento con pazienti da ogni regione, di ogni età e problematica.

Occhio alle orecchie
“Registriamo frequenti accessi al PS per l’uso dei bastoncini: fanno solo danni, come i coni di cera, anche alla delicatissima cute del condotto uditivo”. L’ipoacusia è “in aumento, specie tra i giovani, per l’uso prolungato a volumi eccessivi degli auricolari”. Più in generale, l’udito va curato come il resto: “non si deve aspettare, sono patologie spesso nascoste, mai passeggere. Le Giornate mondiali e nazionali, incentivate dall’OMS, contribuiscono a sensibilizzare su un tema a torto trascurato e ancora tabù”.

Prevenzione, chirurgia, protesi
“Il trattamento di sordità e ipoacusie – ha spiegato Ghiselli – è un percorso che può coinvolgere figure come logopedisti, audiometristi, psicologi”. Un paradigma applicabile a tutte le età. “Lo screening nei neonati supera il 98% in regione e a Piacenza. Diagnosi precoci permettono riabilitazioni precoci ma gli adulti si controllano solo notando un problema più o meno invalidante, spesso dopo anni dall’insorgenza”. Complice lo stigma: “le protesi acustiche sono come gli occhiali da vista ma restano vergogna e paura nel rivolgersi all’otorino, gli impianti vissuti come una sconfitta” ha sottolineato Di Trapani. “Chi non sente tende ad isolarsi, finge di capire, si aliena” con diverse potenziali gravi conseguenze. Anche nei bambini, difficili da individuare: “curiamo ad esempio molti “finti iperattivi” e bambini con ritardi nel linguaggio”.

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