Guerra in Ucraina: nelle scuole statali della nostra provincia accolti 129 ragazzi
12 Maggio 2022 13:40
Sono 129 gli studenti ucraini accolti nelle scuole statali della provincia di Piacenza dall’inizio della guerra in Ucraina. L’accoglienza e il loro inserimento nelle scuole, l’impatto della pandemia, l’istruzione parentale e la “scuola non a scuola”. Sono i temi illustrati da Bruno Di Palma, vice direttore dell’Ufficio scolastico regionale, ascoltato in commissione Cultura e scuola. La presidente della Commissione auspica la continuazione del rapporto per avere un aggiornamento sulle varie programmazioni. “Per quanto riguarda il fenomeno dell’istruzione parentale -afferma la presidente- credo sia il caso di avere in futuro una mappatura più dettagliata del fenomeno per una riflessione puntuale su percorsi, offerte, modelli organizzativi ma soprattutto sui motivi che possono portare le famiglie ad attuare una scelta di questo tipo”.
Gli studenti ucraini in regione. L’Emilia-Romagna, ha detto il dirigente scolastico, è una regione con molti arrivi e Bologna è la quarta in Italia dopo Milano, Roma e Napoli. I dati, aggiornati a ieri, indicano che sono stati accolti 2.791 studenti ucraini, di cui 714 in provincia di Bologna, seguita a ruota da Modena e Reggio Emilia; numeri un po’ inferiori in Romagna, mentre nella parte occidentale della regione si registrano 147 ragazzi a Parma e 129 a Piacenza. I dati riguardano solo le scuole statali, non ci sono quelli sulle paritarie. Fra ragazzi e ragazze, 1.350 frequentano la scuola primaria, 528 quella dell’infanzia, 649 le medie e solo 264 le superiori. L’afflusso maggiore è tra i 6 e gli 11 anni. “Ma ce ne sono molti di più -ha spiegato Di Palma- se si considera che almeno il 50% dei rifugiati riguarda minori si pensa a qualche migliaio”. Molti studenti sono in Dad con i loro insegnanti “e noi ci attrezziamo per dare aiuto”.
La maggior parte di bambini e bambine si trova nella scuola, e su come comportarsi per comprendere i loro bisogni (uso di mediatori linguistici, psicologi), problema della lingua, si seguono due note del ministero dell’Istruzione. Il 18 marzo è stata inviata una nota regionale con le indicazioni, di concerto con la Regione per la prima accoglienza e la gestione sanitaria legata a vari vaccini. C’è stato un incontro con dirigenti scolastici e docenti per fornire indicazioni su come, anche per i ragazzi italiani, “gestire la guerra in classe, come parlarne. Un’azione che ha coinvolto il docente universitario Andrea Canevaro e il dipartimento di Pedagogia di Unibo”. È di ieri, 11 maggio, inoltre, la circolare sulla scuola estiva che le lascia aperte, su base volontaria, da giugno a settembre con due obiettivi: rafforzamento della didattica e socialità.
Per la pandemia, si evidenzia che la scuola è in presenza. Dal 1° aprile sono stati prorogati i contratti del cosiddetto organico Covid. Fino a dicembre erano disponibili 34 milioni di euro e ne sono stati assegnati altri 46 così che si avrà la proroga fino al 4 giugno per docenti del primo e secondo ciclo, e fino al 1° giugno per i docenti della scuola d’infanzia. “Abbiamo detto a tutte le scuole di prorogare i contratti perché i soldi sono sufficienti per docenti e Ata”.
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