Siccità, Bisi: “Forte deficit idrico nella Val Tidone, sos per la Diga del Molato”
18 Maggio 2022 12:47
“Il più grande fiume d’Italia è irriconoscibile”. Continua e si aggrava l’emergenza siccità in tutto il nord Italia e l’ultima analisi di Coldiretti sulla portata del Po è preoccupante: il livello del fiume è sceso a -2,7 metri rispetto allo zero idrometrico più basso che a Ferragosto di un anno fa ed è allarme siccità nei campi. Una problematica che colpisce le semine primaverili di riso, girasole, mais e soia, ma anche le coltivazioni di grano, altri cereali e foraggi per l’alimentazione degli animali, “in un momento in cui è necessario garantire la piena produzione con la guerra in Ucraina” riporta una nota di Coldiretti.
“A Piacenza il livello del fiume Po è pari a 193,25, considerando che il livello di magra è rappresentato da 193” riporta Luigi Bisi, presidente del Consorzio di Bonifico. Oltre al grande fiume, a destare preoccupazione, nella nostra provincia, è in particolare la diga del Molato: “Abbiamo un forte deficit idrico nel territorio della Val Tidone – spiega Bisi – la diga del Molato è invasata per circa il 30% della sua capacità. Nella norma in questo periodo dovrebbe essere piena”.
“Il Po è caratterizzato da una grande distesa di sabbia che occupa la gran parte del letto del fiume fondamentale per l’ecosistema della pianura padana, dove per la mancanza di acqua – precisa Coldiretti – è minacciata oltre il 30% della produzione agricola nazionale e la metà dell’allevamento che danno origine alla food valley italiana conosciuta in tutto il mondo”.
Secondo il report di Coldiretti “manca l’acqua necessaria ad irrigare le coltivazioni che si trovano in una situazione di stress idrico che mette a rischio le produzioni. L’assenza di precipitazioni – sottolinea l’organizzazione – colpisce i raccolti nazionali in una situazione in cui l’Italia è dipendente dall’estero in molte materie prime e produce appena il 36% del grano tenero che serve per pane, biscotti, dolci, il 53% del mais per l’alimentazione delle stalle, il 56% del grano duro per la pasta e il 73% dell’orzo”.
La siccità è diventata la calamità più rilevante per l’agricoltura italiana con danni stimati in un miliardo di euro all’anno soprattutto per le quantità e la qualità dei raccolti, secondo l’analisi Coldiretti. In Italia per risparmiare l’acqua, aumentare la capacità di irrigazione e incrementare la disponibilità di cibo per le famiglie è stato elaborato e proposto da Coldiretti e Anbi un progetto immediatamente cantierabile per la realizzazione di una rete di piccoli invasi con basso impatto paesaggistico e diffusi sul territorio, privilegiando il completamento e il recupero di strutture già presente.
“L’idea – continua Coldiretti – è di realizzare laghetti, senza uso di cemento e in equilibrio con i territori, per conservare l’acqua e distribuirla quando serve ai cittadini, all’industria e all’agricoltura, con una ricaduta importante sull’ambiente e sull’occupazione. Un intervento strutturale – conclude Coldiretti – reso necessario dai cambiamenti climatici caratterizzati dall’alternarsi di precipitazioni violente a lunghi periodi di assenza di acqua, che nell’arco di dieci anni hanno causato 14 miliardi di euro di danni all’agricoltura italiana”.
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