Fiume Po in allerta rossa, Berselli: “Equilibrare l’uso tra irrigazione e portata al Delta”
22 Giugno 2022 12:12
“L’Italia perde ogni anno l’89% dell’acqua piovana; serve subito una rete di piccoli invasi diffusi sul territorio, senza uso di cemento e in equilibrio con i territori, per conservarla e distribuirla quando serve ai cittadini, all’industria e all’agricoltura, Tutto questo con una ricaduta importante sull’ambiente e sull’occupazione”. E’ quanto chiede Coldiretti in riferimento al progetto proposto insieme ad Anbi (associazione nazionale Bonifiche Irrigazioni Miglioramenti Fondiari) per fare fronte all’emergenza siccità che sta mettendo in ginocchio la pianura Padana e non solo.
Il quadro climatico complessivo è aggravato dalla prospettiva di una ulteriore assenza di precipitazioni (nel mese di giugno sono del 62% in meno, e per almeno 10-12 giorni non sono previste piogge se non temporalesche) e con temperature roventi, in linea con quelle che da giorni stanno interessando la quasi totalità del continente.
Le Temperature sono confermate e stabili fino a 36 gradi; la media regionale è di +3° C superiore ai valori di norma, e l’evo/traspirazione dei suoli è stimata in 10 mm in più con un incremento ingente di risorsa evaporata a causa del caldo. L’acqua nei terreni è ormai quasi del tutto assente.
“Le alte temperature rendono più difficile la situazione nei campi – sottolinea Coldiretti –. Dove manca l’acqua per l’irrigazione le coltivazioni sono in stress idrico, con la produzione a rischio. E il conto dei danni causati dalla siccità – sempre secondo l’associazione di agricoltori – sale a 3 miliardi di euro a livello nazionale”.
Una crisi idrica particolarmente accentuata nell’area dell’Emilia Occidentale, soprattutto nelle province di Parma e Piacenza. Il Po si trova in una situazione da “semaforo rosso” e lo scenario nel distretto Padano prevederebbe lo stop totale ed immediato dei prelievi, ma la proposta di area vasta presentata dal Segretario Generale di ADBPo-MiTE, Meuccio Berselli, e uscita dall’incontro tecnico dell’Osservatorio permanente sugli utilizzi della risorsa nel bacino del Fiume Po propone un provvedimento transitorio: -20% dei prelievi per continuare comunque l’irrigazione e garantire risorsa verso il Delta, impedendo la risalita dell’acqua salata del mare e consentendo di mantenere l’idropotabilità delle falde di quelle aree romagnole.
“L’imperativo categorico – sottolinea Berselli –è salvaguardare la portata del Grande Fiume attuando rapidamente tutte le azioni possibili per rendere quanto più efficace e proficuo l’uso della risorsa disponibile lungo l’alveo, gestendo l’acqua più dinamicamente; la siccità estrema con severità idrica alta ci obbliga ad un cosiddetto “semaforo rosso” che bloccherebbe ogni tipo di uso, consentendo solo quello idropotabile; ma grazie ad alcuni provvedimenti mirati utili, per quel che resta in termini di quantità disponibile, assicuriamo la continuità dell’irrigazione, pur se in misura ridotta, all’agricoltura e approvvigionamento per l’habitat mantenendo, come primo obiettivo, l’idropotabile. Proseguendo così il prelievo dai laghi si garantisce la continuità irrigua. Giunti a questi livelli ogni decisione porta con sé margini di criticità ma il traguardo, in ottica di area vasta, è minimizzare il danno quanto più possibile in attesa di potenziali integrazioni amministrative dei territori e organi di governo”.
Intanto le regioni del Nord – alcune delle quali, Emilia-Romagna compresa, hanno già inoltrato la richiesta al Governo Draghi dello stato di emergenza alla luce anche del protocollo sugli impieghi che per legge prevede dapprima quelli civili per le forniture del comparto idropotabile, poi quello agricolo, poi via via tutti gli altri – stanno valutando la possibilità di emettere ordinanze per razionare l’acqua per utilizzarla esclusivamente per i fabbisogni primari.
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