“Pronto socorso al collasso, troppi casi non urgenti”: la lettera di 104 sanitari
06 Luglio 2022 11:42
Il Pronto soccorso di Piacenza rischia di collassare. Troppa pressione, poco personale. Lo si evince da una lettera aperta alla cittadinanza firmata da 104 fra medici, infermieri, operatori socio assistenziali. E’ la prima volta.
Si chiede un incontro con l’Ordine dei Medici per trovare punti in comune, per esempio su protocolli di invio in Pronto soccorso. Ma si chiede anche senso di responsabilità ai cittadini, di fronte a un servizio che accoglie anche duecento pazienti al giorno (molti dei quali non urgenti). Si rischia la catastrofe sul lungo termine. Le statistiche dicono che i codici rossi sono solo l’1 per cento, i gialli il 18 per cento, i verdi il 66 per cento e i bianchi il 15 per cento. Una trend insostenibile.
Emergenza anziani
L’emergenza anziani grava sul pronto soccorso: “Sul totale dei pazienti che si rivolgono al Ps il 20 per cento ha una problematica prevalentemente assistenziale e/o sociale. L’assistenza territoriale sociale e sanitaria si interrompe il venerdì pomeriggio ma non si interrompono i bisogni della fascia più fragile della popolazione che non trova altra risposta che nel pronto soccorso. Non è possibile che il pronto soccorso possa sopperire a queste mancanze”.
Aggressività in corsia
Oggi il tema è la carenza di personale ma anche di posti letto ospedalieri di breve e lungo degenza. “L’allungamento delle liste di attesa per qualsiasi prestazione specialistica ambulatoriale si traduce, di nuovo, nell’utilizzo del pronto soccorso per ottenere una risposta più rapida ed efficiente. I firmatari lamentano anche il fatto che le alte aspettative della popolazione si traducono poi in una sempre maggiore “aggressività verbale e fisica come dimostrano i multipli recenti episodi di violenza che ci hanno coinvolto”.
Da qui la demotivazione professionale che porta a un aggravamento della mancanza di persone: “Essere un operatore sanitario medico, infermiere o Oss, in queste condizioni non piace più a nessuno – scrivono i sanitari: esercitare bene una professione con alta utilità sociale è diventato difficile. Studiare per diventarlo non è più attrattivo. Lo dimostra l’allarmante tendenza ad abbandonare il Ps in favore di impieghi meno gravosi per carico di lavoro ed emotivo.
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