Vacanze a km0, esodo sulle colline piacentine. “Molte richieste, prezzi in aumento”

11 Agosto 2022 06:13

Le limitazioni anti-Covid sono ormai passate, ma la riscoperta del turismo a chilometro zero va avanti. Anche quest’estate, le colline piacentine ospitano molti villeggianti. Un trend in crescita che corrisponde a quello degli affitti: “Nella nostra provincia, a luglio e agosto le tariffe mensili per gli appartamenti con due letti vanno dai 500 agli 800 euro in media”, chiarisce Marco Gazzola, presidente locale di Fiaip, la federazione degli agenti immobiliari. “Per quanto riguarda le ville si richiede invece un canone tra 700 e 1.200 euro, mentre per i rustici ben ristrutturati, quasi introvabili, si spazia dagli 800 ai 1.300 euro. Un’altra tipologia immobiliare ormai rara è quella della casa abitabile con giardino, dai 700 ai 1.000 euro. Il desiderio più frequente – sottolinea Gazzola – è di avere uno spazio verde per i bambini o gli animali domestici. Le domande sono parecchie, ma l’offerta è scarsa”.

PIOZZANO COME VIAREGGIO – Il rappresentante degli agenti immobiliari spiega che “nel Piacentino non c’è un mercato esteso, perché non si tratta di una zona vocata al turismo, a differenza delle colline toscane”. Fatto sta che i prezzi degli affitti risultano in aumento. E così – affidandosi a un popolare sito internet per i locali di villeggiatura – un cottage con due camere da letto a Piozzano costa come un appartamento simile a Viareggio o Marina di Massa: oltre cinquecento euro per sei notti, a fine agosto. E’ solo un esempio, certo, che però riassume chiaramente questo fenomeno. “Le tariffe registrano un leggero incremento – conferma il presidente di Fiaip -. Dal Covid in poi, le colline piacentine sono state riscoperte per la loro freschezza, la buona cucina e la qualità della vita”.

CHI SCEGLIE LE COLLINE – Non solo piacentini e milanesi, come da tradizione. La nostra provincia piace pure “a chi arriva dal Basso Lodigiano, ai cremonesi che scelgono la val d’Arda e ai pavesi che optano per la val Tidone – puntualizza Gazzola – senza dimenticare i milanesi che hanno trasformato le seconde case in val Trebbia nelle loro residenze principali”.

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