“Parchi in città inutili ad evitare il calore”: lo studio di una startup piacentina
15 Agosto 2022 03:00
“I parchi della città? Non bastano ad evitare le isole di calore. Le nostre piccole aree verdi cittadine sembrano del tutto inutili per dare beneficio climatico in estate”. È il giudizio impietoso che emerge dall’analisi dei satelliti che passano ogni giorno sopra le nostre teste e che rilevano la temperatura al suolo. A elaborare questi dati ci ha pensato la startup piacentina Geo4, guidata dai soci Andrea Lombardelli, Ivano Baroni e dalla società Aequilibria di Venezia: la nuova realtà locale ha prodotto una mappa ad alta definizione che va ad individuare le cosiddette “isole di calore” sulla città con risultati purtroppo non molto incoraggianti per i cittadini.
“Basiamo tutto il nostro lavoro su dati aperti e accessibili a tutti mentre noi ci occupiamo dell’elaborazione dei dati” spiega Lombardelli, 44enne piacentino che ha fondato con i suoi soci la Geo4 soltanto lo scorso marzo. “Il nostro settore è quello legato ai temi ambientali e ci mettiamo a disposizione delle aziende e degli enti territoriali che abbiano necessità di fare rilevazioni da satellite o da drone”. Una delle prime sperimentazioni è proprio quella delle isole di calore cittadine che è stata sviluppata partendo dai passaggi del satellite Landsat 8 che viene a farci visita ogni 16 giorni. Elaborando i dati dall’infrarosso termico, è stata poi “colorata” la mappa della nostra città per capire quali fossero le aree più o meno calde nei passaggi effettuati dal satellite nelle giornate del 18 luglio e 3 agosto scorsi.
Dall’analisi satellitare emerge che le uniche aree leggermente più fresche (con una manciata di gradi in meno) all’interno della fascia della tangenziale sud sono la Pertite, il parco della Galleana, il podere Cascine (dove l’attuale amministrazione vorrebbe costruire il nuovo ospedale) e una stretta fascia di Lungo Po mitigata dalla presenza del fiume. La zona invece più bollente è quella della zona industriale di Montale-Caorsana, un vero e proprio “forno” a 40 gradi.
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