Entro il 2023 in Regione verrà attivato il 112: numero unico per tutte le emergenze
18 Agosto 2022 17:49
La Regione Emilia-Romagna ha avviato una fase di coordinamento per la realizzazione sul territorio del numero unico di emergenza europeo 112. Istituito nei giorni scorsi dalla giunta, il coordinamento è stato presentato durante la commemorazione delle vittime dall’incidente di volo che nel 1990 portò alla scomparsa dell’equipaggio dell’elisoccorso Charlie Alpha.
Ma cos’è il numero unico 112? E’ il numero di telefono utilizzato per chiamare i servizi di emergenza in tutti gli stati dell’Unione Europea. Dove è già attivo basta infatti digitare il 112 per richiedere un intervento della polizia di stato, dei carabinieri, dei vigili del fuoco o del soccorso sanitario. In Italia, attualmente, il numero unico europeo è attivo in Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Sicilia, Toscana, Umbria, Valle d’Aosta e nelle Province Autonome di Trento e Bolzano. Entro la fine del 2023 sarà attivo anche nella nostra regione.
Il modello organizzativo prevede una Centrale unica di risposta all’interno della quale vengono convogliate le linee 112, 113, 115 e 118. Il coordinamento, che avrà il compito di raccordare e indirizzare le azioni aziendali per l’attivazione del numero unico 112, avrà sede presso l’Azienda ospedaliero-universitaria di Parma e sarà guidato da Antonio Pastori, dirigente della Centrale operativa 118 Emilia Ovest – Elisoccorso dell’ospedale parmigiano.
COME FUNZIONA IL NUMERO UNICO EUROPEO
Il modello prevede che gli operatori ricevano le chiamate, le localizzino e filtrino quelle improprie. Questo consente di ridurre in media circa del 50% le telefonate che arrivano al secondo livello, cioè agli operatori di carabinieri, polizia, vigili del fuoco, soccorso sanitario, capitaneria di porto e guardia costiera, che quindi possono concentrarsi unicamente sulle chiamate di effettiva emergenza.
Supportato da un applicativo informatico, il professionista del 112 riceve in tempo reale i dati relativi al chiamante e alla sua localizzazione, che verranno inseriti nella scheda contatto. Individua la natura dell’emergenza, prende in carico la chiamata attivando, se necessario, una audio conferenza per la gestione della conversazione in lingua straniera.
Dalla Regione rendono noto che “Se l’operatore si rendesse conto che la chiamata non è urgente, potrà fornire informazioni utili a risolvere il problema. Altrimenti integrerà, quando necessario, la scheda trasferendola, insieme alla chiamata, al centralino del secondo livello competente. In questo modo il servizio 112 garantisce la risposta al chiamante, la sua localizzazione e identificazione, il filtro sulle chiamate inappropriate, la centralizzazione della raccolta di tutte i tipi di chiamata di emergenza e l’effettivo coordinamento dei soccorsi. Non solo: oltre al dialogo in diverse lingue, è previsto l’accesso per i diversamente abili tramite sms e app, l’integrazione con le chiamate automatiche generate da veicoli coinvolti in incidenti stradali”.
IL SERVIZIO PARTIRA’ ENTRO LA FINE DEL 2023
In Emilia-Romagna è prevista la realizzazione di due centrali operative, rispettivamente a Bologna e Parma, con uno stanziamento di € 6.629.000. L’investimento ha permesso la costruzione di strutture antisismiche dotate ognuna di 25 postazioni di lavoro, sala maxiemergenza e spazi attrezzati per ospitare tecnologie uffici e servizi. I tavoli tecnici presenti in sala sono predisposti per ospitare il sistema di risposta telefonico, l’applicativo gestionale e il modulo cartografico. Saranno inoltre presenti nelle sale video-wall informativi per il controllo dell’evoluzione del quadro emergenziale.
Il progetto autorizzato prevede l’operatività di una novantina di operatori, tra Bologna e Parma, cui si aggiungono 13 ulteriori dipendenti tra dirigenti, coordinatori, personale amministrativo e tecnici. L’obiettivo della Regione è quello di essere operativi entro la fine del 2023. “Secondo le prime valutazioni – spiegano dalla Regione – 90 operatori saranno in grado di rispondere in 10 secondi, concludere l’intervista in 40 secondi e passare la telefonata al secondo livello entro ulteriori 40 secondi”.
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