Crisi commercio: sempre meno i negozianti che resistono in via XX Settembre
24 Agosto 2022 03:41
Fanno la gimcana fra le chiusure e i continui ricambi. Per diventare maestri di stanzialità ci vogliono anni di allenamento e i “sopravvissuti di via XX Settembre” alle spalle ne hanno quaranta e anche di più. Nella via dello shopping per antonomasia, sono pochi i negozi che resistono all’usura del tempo e alle tentazioni delle catene e del franchising.
Mentre ci si interroga sulla chiusura del colosso svedese H&M, altre serrande si sono abbassate nel frattempo, come quella di Geox: la catena di calzature, che da qualche anno aveva un punto vendita ai civici 88-90, ha chiuso la settimana scorsa. Eppure, per i negozi che chiudono, ci sono quelli che resistono: irriducibili come il negozio di borse Pugni, attivo dal 1978 e dal 2000 in via XX Settembre.
“Non è facile – spiegano Filippo Pugni e la mamma Marisa – i commercianti non sono aiutati e agevolati in tante cose. Al di là delle chiusure noi cerchiamo comunque di resistere, di aderire alle iniziative di valorizzazione del centro quando vengono fatte. Lo facciamo anche se veniamo da due anni particolari, il mercato oggi è più difficile e gli affitti qui sono piuttosto alti. Ma ci ricompensa il rapporto con le persone: quando un cliente esce soddisfatto dal negozio, quella è una soddisfazione anche per noi”.
“In generale quando chiude un’attività commerciale non è un bel segnale, ma noi abbiamo la speranza che qualcuno possa subentrare” spiegano Elena Fornasari e Giorgia Alecci del negozio Spada.
“Via XX è così: c’è un continuo ricambio, è difficile che un locale rimanga vuoto – spiega Renata Malvicini che nella via lavora da 34 anni ma alle spalle ha 49 anni di attività – sicuramente però la strada qualche miglioria la meriterebbe: intanto è buia, l’illuminazione presente non è sufficiente. E poi ci vorrebbero delle telecamere”.
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