Comunità ucraina: “Noi siamo le vittime. Ci spiace per Igor, ma non doveva andare”
05 Settembre 2022 05:00
“Noi vogliamo la pace. Chiediamo ai soldati russi di deporre le armi, di tornare a casa e di rifiutare a combattere. Noi siamo le vittime, e non i carnefici”. Così Ludmilla Popovich, referente della comunità ucraina di Piacenza, commenta la recente intervista di Libertà e Telelibertà ai parenti di Igor Koriak, soldato russo che ha partecipato all’invasione militare e ha perso la vita in Donbass, epicentro del conflitto. “Non desideriamo la morte di nessuno, ci spiace per la sorte toccata a Igor, ma crediamo che il ragazzo non dovesse accettare di eseguire gli ordini, di prendere parte a una missione per uccidere il nostro popolo”.
Popovich, in rappresentanza dell’associazione “Nadiya Odv” di Piacenza, ricorda che “l’Ucraina è stata aggredita e invasa dall’esercito di Putin lo scorso 24 febbraio e, secondo alcune stime, almeno 26mila civili, tra cui quasi 400 bambini, sono morti in seguito alle atrocità commesse dall’esercito russo, soprattutto a Bucha, Borodyanka e Gistomel. La città di Mariupol è stata rasa al suolo, milioni di profughi sono fuggiti in tutta Europa. Le donne e i bambini sono scappati, gli uomini somo rimasti a combattere. Conosciamo le loro tristi storie di sopravvivenza, a costo di salutare gli affetti ancora nel Paese. Non c’è altra scelta che difendere la terra, le case e il futuro. Combattere e resistere sono le uniche possibilità”.
La referente della comunità ucraina locale, poi, torna sull’intervista alla famiglia del soldato russo morto in Donbass. “Comprendiamo la tragedia vissuta anche da loro, madri, mogli e parenti. Certo, molti russi sono costretti o manipolati per partire a combattere in Ucraina. Ma bisogna opporsi all’orrore. Nei giorni scorsi, Putin ha dichiarato che l’Ucraina “è un’enclave antirussa” che va eliminata. Non si può tralasciare una frase tanto grave”.
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