Auto-aiuto, ripartono i gruppi del lutto. Mario: “Non avevo nessuno con cui parlare”
21 Settembre 2022 03:30
Nel dolore, specialmente se la sofferenza si protrae togliendoci equilibrio e fiducia in noi stessi, conta molto potersi sfogare, e poterlo fare con persone disposte davvero ad ascoltarci. Riprendono il 26 settembre i percorsi dell’Auto-Mutuo-Aiuto, i cosiddetti Gruppi A.M.A., gruppi in cui ci si ritrova con persone che stanno attraversando un momento difficile, come può essere ad esempio la perdita di una persona cara: la loro forza sta nell’opportunità di confronto che offrono, perché la reciprocità, l’immedesimarsi e la condivisione spingono, costringono a guardarsi dentro, recuperando le proprie risorse, il senso del vivere, e soprattutto, in caso di lutto, di sopravvivere a chi non c’è più. Per capire come funziona è possibile chiedere un colloquio telefonando al 348.8557985 (o scrivendo una email ad [email protected]), risponde Anna Papagni, responsabile dell’Auto MutuoAiuto dell’associazione La Ricerca, che in collaborazione con la Pastorale della Salute della Diocesi di Piacenza-Bobbio e alcune parrocchie della città organizza da ormai più di un anno Gruppi A.M.A. anche per chi sta attraversando un lutto.
Una trentina le persone che finora, tra colloqui e percorsi di gruppo, hanno giovato di questo aiuto per la perdita di una persona cara, tra loro anche chi ha vissuto
pure l’angoscia del non poter stare accanto al proprio caro nel momento dell’addio perché portato via dal virus nei giorni duri della primavera 2020 martoriata dalle morti per Covid. Per alcuni lo choc ha avuto un effetto quasi paralizzante, come è accaduto a Mario (per rispetto della privacy il nome è di fantasia): “Ebbene – dice – il confronto con gli altri ha smosso le acque, mi ha aiutato a traghettarmi dalla tempesta piena a un mare non calmo, ma con un equilibrio migliore. Al di là del lavoro non avevo nessuno con cui parlare, gli amici non puoi assillarli più di tanto con il tuo dolore. Il gruppo, invece, dà una mano: ascoltare gli altri, le loro strategie per superare la perdita,
sono stati momenti catartici, un’occasione di empatia che altrimenti non avrei potuto avere”. Tra le testimonianze citiamo anche l’esperienza di una giovane donna, che sempre per rispetto della privacy chiameremo Maria: per lei l’Auto-Mutuo-Aiuto “è stato come ricevere una carezza. Nelle giornate sei preso da mille cose. L’errore che si fa a volte è di parlare di sé a chi non ha voglia di ascoltarti. Qui invece c’è condivisione, anche emotiva, ho pianto per il dolore degli altri, gli altri hanno pianto per il mio dolore. L’empatia aiuta, ci si dà forza. Tutto ciò mi ha fatto fare un passo
avanti. E anche se adesso sto meglio comunque tornerò qui perché sì: ho bisogno di carezze”. I confronti di gruppo vengono stimolati da esperti dell’ascolto, i cosiddetti “facilitatori”, che intervengono in maniera molto discreta, con tatto e grande sensibilità. Nel caso specifico si tratta di due storici operatori dell’associazione La Ricerca: Anna Papagni e Sergio Bernazzani (che è anche psicologo).
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