La rabbia del padre di Daniele Zanrei: “Sentenza ingiusta. Insoddisfazione e amarezza”
22 Settembre 2022 19:25
“Purtroppo, in questo Paese, le pene per reati di omicidio stradale sono sempre troppo miti. Siamo profondamente insoddisfatti della sentenza pronunciata oggi, anche se di soddisfazioni, da quando ci è stato tolto nostro figlio, non ne abbiamo più”.
Sono parole di Antonino Zanrei, padre di Daniele, il giovane interior car designer dell’Alfa Romeo – originario di Valconasso di Pontenure – che il 1 agosto 2021 venne travolto e ucciso da un’auto insieme alla fidanzata Sonia Tosi lungo la strada di Zena di Carpaneto. Alla guida un giovane di 24 anni, oggi condannato in primo grado a sei anni di reclusione. Al momento dell’incidente aveva un tasso alcolemico di 2.1 grammi per litro di sangue.
“Ci aspettavamo – ha proseguito Zanrei, da noi contattato telefonicamente – che il giudice emettesse non dico una pena esemplare, ma quantomeno giusta: commisurata, cioè, al gravissimo reato di cui si è macchiato questo giovane. E ciò, a nostro avviso, non è avvenuto. Una sentenza che, lo voglio sottolineare, non riguarda solo il nostro caso ma migliaia di altre famiglie in tutta Italia. Ormai – ha aggiunto – l’opinione pubblica si è abituata a subire questi omicidi stradali quasi come se fosse una cosa naturale. E invece ci tengo a ribadirlo ancora una volta: non è la strada che uccide, ma le persone. Le pene, a nostro avviso, sono talmente miti che l’opinione pubblica non ci fa neanche più caso. Se invece fossero giuste e applicate come andrebbe fatto, vale a dire con un po’ più di rigidità, questo messaggio forse passerebbe. Se penso al ragazzo che ha ucciso mio figlio, probabilmente tra un’attenuante e l’altra non farà un giorno di carcere. Daniele e Sonia erano ragazzi straordinari e innamorati della vita: nessuno potrà mai restituirceli e chi ce li ha tolti ha ancora un futuro davanti a sé”.
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