La diga del Molato è vuota. “E’ la situazione peggiore degli ultimi 70 anni”

27 Settembre 2022 06:14

La diga del Molato è vuota. Dei tre milioni di metri cubi di acqua presenti a inizio stagione, il dato più basso degli ultimi cinque anni, ad oggi non restano che 25 mila metri cubi. Si tratta di poco più che una pozzanghera se si tiene conto che il lago di Trebecco, che alimenta la diga, ha un capacità massima di 7,6 milioni di metri cubi di acqua. Nei prossimi otto mesi, stando alle condizioni attuali, dovrà quindi piovere tanto da riuscire a invasare oltre 7 milioni di metri cubi di acqua per poter poi affrontare con tranquillità la prossima stagione irrigua. In caso contrario il rischio è, come avvenuto a maggio di quest’anno, di ritrovarsi con un lago quasi a secco a fronte di un mondo agricolo bisognoso di acqua per poter portare a termine le colture.

“La diga del Molato ha aperto la stagione irrigua con una mancanza di circa 4,5 di milioni di mc di acqua – la nota del Consorzio di Bonifica -. La diga, a inizio giugno, ha infatti raggiunto circa il 41% della capacità di invaso con circa 3,1 milioni di mc presenti sui 7,6 di massimo volume autorizzato. Oggi la diga è praticamente vuota con il volume pari allo 0,3% del volume autorizzato. I rilasci dalla diga a scopo irriguo sono terminati il 6 agosto, almeno un mese prima rispetto alla media. I prelievi da Po, ora sospesi per gli ultimi eventi meteo, sono proseguiti anche in settembre seppur in modo molto ridotto e sempre nel rispetto delle raccomandazioni emerse dagli Osservatori dell’Autorità Distrettuale del Fiume Po-MiTE impegnato anche a garantire risorsa al Delta per scongiurare ulteriori risalite di acque dal Mare Adriatico.

Per Luigi Bisi, presidente del Consorzio di Bonifica di Piacenza la situazione irrigua del 2022 è “la peggiore degli ultimi 70 anni”. “Siamo arrivati alla fine del periodo distributivo con grandi difficoltà ma riuscendo a soddisfare la richiesta irrigua – spiega -. Le criticità principali sono state la scarsità della risorsa disponibile già in deficit dallo scorso inverno e l’aumento esorbitante dei costi dell’energia elettrica sostenuti per il pompaggio da Po e per il funzionamento dei pozzi a completamento delle fonti”.

 

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