Il dottor Labati va in pensione, ma si offre di aiutare l’ospedale di Bobbio
30 Settembre 2022 03:30
Ieri era tra i suoi pazienti a Salsominore, dove iniziò a capire cosa volesse dire essere “medico condotto”. Al tempo, aveva 24 anni, lo chiamarono anche per fare un cesareo a una capra. Rapidamente imparò sulla sua pelle a far nascere una bimba podalica (“Mi presentai in pigiama, pregai tanto, ma sapere che stava bene fu una gioia enorme, andai io a iscriverla all’anagrafe”).
Ora, di anni, ne ha 45 in più. E oggi il dottor Giuseppe Labati, figlio di tenaci emigrati in Francia che per una vita vollero solo tornare in valle, va in pensione, anche se nessuno dimentica l’averlo visto camminare tra le rovine dell’alluvione a Ruffinati pur di raggiungere gli ultimi pazienti in Valdaveto o le visite rigorosamente casa per casa, famiglia per famiglia, senza mai cedere ad avere WhatsApp.
Nel suo ultimo giorno di lavoro, oggi, vaccinerà trenta persone. Poi fine della carriera? Non sembra proprio. A lui infatti è stato chiesto dall’Ausl di coprire alcuni turni in pronto soccorso a Bobbio per provare a garantire il servizio nonostante lo spostamento del medico d’emergenza territoriale a Piacenza.
A dire il vero Labati già in passato aveva anticipato l’allarme sulla carenza di camici bianchi: “Ma l’università di medicina è andata avanti con i numeri chiusi, quando invece il numero dovrebbe essere programmato. Siamo arrivati al dunque. Anche perché molti medici hanno la mia età, tantissimi quest’anno vanno in pensione. Facciamo venire i sostituti da Cuba, come altrove? Io spero sempre, ribadisco, cambi il sistema di reclutamento universitario”.
A Bobbio Labati sarà sostituito da Sara Bottazzi. A Ferriere ci sarà Federica Guerci.
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