Festa unità nazionale e Forze armate: “All’Italia costruita dal sacrificio dei giovani”

04 Novembre 2022 11:40

Il 4 novembre 1918 (data dell’entrata in vigore dell’armistizio di Villa Giusti che sancì la resa dell’Impero austro-ungarico all’Italia, con l’annessione di Trento e Trieste), terminava la Prima Guerra Mondiale.

La celebrazione del 4 novembre è l’unica festa nazionale che abbia attraversato decenni di storia italiana, arrivando fino ad oggi. Come ogni anno anche Piacenza ha reso omaggio ai caduti, molti dei quali giovanissimi. Lo ha fatto come di consueto in piazzetta Mercanti, ai piedi del Comune. Sotto le arcate di Palazzo Gotico, il prefetto Daniela Lupo, la presidente della Provincia Monica Patelli, il sindaco Katia Tarasconi e il comandante del Polo di mantenimento pesante nord, il Brigadier Generale Daniele Durante, hanno deposto le corone al Sacrario dei Caduti.

“Una giornata estremamente importante – ha spiegato nel suo discorso il prefetto – che viene dopo anni di lockdown e da un clima di incertezza segnato dalla vicina guerra in Ucraina, che amplifica tutte le guerre ancor in atto. Il ricordo va sia all’Italia unita, quella che i nostri giovani soldati hanno costruito con il lor sangue, sia ai nostri caduti di tutte le guerre, a quel milite ignoto pianto da tutte le mamme, da tutte le sorelle e da tutti i fratelli. Spero che i tanti ragazzi presenti qui oggi vivano questa celebrazione a pieno, sentendo i valori della patria che ci hanno reso liberi”.

A seguire, la messa nella Basilica di San Francesco, al cui termine, in piazza Cavalli, si è tenuta la cerimonia istituzionale.
Per l’occasione, dalle 14 alle 17.30, è inoltre prevista l’apertura straordinaria del Polo di Mantenimento Pesante Nord di viale Malta.

IL SERVIZIO DI MARCELLO TASSI

IL DISCORSO DEL SINDACO TARASCONI – La ricorrenza del 4 novembre è l’occasione in cui celebriamo l’Unità nazionale come valore fondante della nostra Repubblica, tributando l’omaggio riconoscente di istituzioni e cittadini alle donne e agli uomini che indossano la divisa delle Forze Armate.

Nel giorno che rievoca la fine della Grande Guerra, costata centinaia di migliaia di vite, anche da Piacenza – come da tutte le piazze d’Italia che credono nei principi costituzionali della pace, della libertà e della democrazia – si leva un messaggio di coesione e speranza, guardando con profonda stima e ammirazione all’impegno dell’Esercito italiano in prima linea in missioni di ricostruzione e sostegno alle popolazioni colpite dai conflitti, così come all’insostituibile lavoro quotidiano che tutte le componenti delle Forze Armate svolgono anche sul nostro territorio, rappresentando un solido punto di riferimento per la collettività.

“Quattro novembre – ebbe a dire il presidente della Repubblica Sandro Pertini durante il suo mandato – significa per noi italiani la conclusione di uno sforzo durissimo che per la prima volta affratellò, fianco a fianco nelle trincee, giovani di ogni regione e di ogni ceto sociale, e per sempre cementò, con il sangue di 600 mila caduti, l’irreversibile scelta di un’Italia una. (…) Quanto prezioso e irrinunciabile fosse, nonostante tutto, il bene dell’Unità nazionale, fu più tardi a dimostrarlo, durante la Resistenza, la somma non meno dolorosa di sacrifici che le Forze Armate generosamente pagarono, all’unisono con il popolo insorto”. Così proseguiva, il 4 novembre 1984, il discorso dell’allora Capo dello Stato: “Noi tutti crediamo e vogliamo che non più alla guerra, bensì agli strumenti del diritto e del consenso, sia affidato d’ora innanzi il comune destino del nostro popolo. Nella difesa della pace, così come nella tutela dell’unità, della sicurezza e dell’indipendenza nazionale, consiste dunque il fine ultimo delle Forze Armate, garanti e depositarie dei più alti valori spirituali e morali consegnatici dalla lotta di Liberazione”.

Sentiamo oggi più che mai la responsabilità e il dovere, morale e civile, di raccogliere e fare nostre queste parole, consegnando all’ufficialità di questa cerimonia – e in particolare a bambini e ragazzi, perché possano condividere la riflessione sulla ricorrenza odierna e sentirsene pienamente coinvolti – il valore del ricordo e della gratitudine. Nelle uniformi che vediamo presenti in piazza, nella partecipazione della gente, nella consapevolezza di una comunità che in questi giorni onora i suoi Caduti con sincera commozione, c’è un senso di appartenenza che conforta, rinsaldando gli ideali che in questa solenne circostanza onoriamo.

Ed è qui, nell’intreccio tra il ricordo e la gratitudine, che sento di dare voce a tutte le cittadine e i cittadini di Piacenza nel dire “Viva l’Italia unita, Viva le nostre Forze Armate”.

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