Appennino senza neve, Legambiente: “Non chiamiamola emergenza”
04 Gennaio 2023 15:46
“Un piano straordinario per far fronte a una situazione altrettanto straordinaria”: è quanto chiede la Regione Emilia Romagna al governo in merito alla situazione degli albergatori e dei gestori di impianti sciistici in appennino, fermi a causa delle temperature elevate e dell’assenza di neve.
Il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e l’assessore regionale a Turismo e Commercio, Andrea Corsini, hanno deciso di intervenire dopo aver sentito gli assessori Leonardo Marras (Toscana) e Daniele Damario (Abruzzo) per chiedere un incontro urgente alla ministra del Turismo, Daniela Santanchè.
“Le Regioni non possono essere lasciate da sole – affermano Bonaccini e Corsini-. Occorre un piano straordinario per far fronte a una situazione altrettanto straordinaria. I nostri operatori dell’Appennino bianco dopo le stagioni cancellate dal Covid, oggi sono alle prese con un altro momento nero che sta cancellando gran parte degli incassi dell’inverno con effetti che rischiano di essere irreversibili”.
Per risollevare un comparto in ginocchio, precisano quindi presidente e assessore, “dobbiamo puntare su tre leve: investimenti, mutui e liquidità. Bisogna che il Governo intervenga in primo luogo con risorse fresche per compensare, almeno in parte, i danni prodotti da questa anomalia climatica e poi con provvedimenti per posticipare i mutui e dare così sollievo immediato agli operatori e infine con aiuti per la sostituzione dei vecchi impianti di innevamento con quelli di ultima generazione che permettono di mantenere la neve artificiale anche a temperature più elevate”.
“Un intervento a valere su tutta la montagna appenninica- chiudono Bonaccini e Corsini- che, purtroppo, possiamo immaginare sarà sempre più esposta agli effetti del cambiamento climatico. Dobbiamo puntare anche sulla tecnologia per cercare di mettere gli operatori nelle condizioni di resistere e di non essere costretti ad abbandonare le nostre montagne di cui sono un presidio importante”.
Legambiente: “Appennino senza neve, non chiamiamola emergenza”
“Una notizia che lascia sgomenti per la mancanza di prospettive per la montagna e l’assenza di strategie a lungo termine di adattamento al cambiamento climatico. Ci saremmo aspettati l’attestazione di una crisi irreversibile e della necessità di investimenti turistici di altro tipo” commenta Legambiente che prosegue: “Invece tra le proposte che avanza la nostra Regione purtroppo non c’è traccia di un’idea di ripensamento del modello turistico attuale, basato sugli impianti di risalita, ma anzi si parla addirittura di nuove tecnologie per mantenere la neve artificiale anche con temperature più elevate!
Si tratta evidentemente di una completa sottovalutazione degli impatti veri del cambiamento climatico e del fatto che la situazione di quest’anno non può che diventare una costante, con temperature sempre più in crescita. Dunque un trend che mette il settore turistico di fronte alla necessità di cambiare l’offerta invernale, non di inseguire presunte soluzioni tecnologiche fallimentari, sovvenzionate con soldi pubblici.
Se è giusto e necessario supportare le aree fragili dell’Appennino, non è certo utile continuare ad alimentare l’illusione di poter prolungare un modello senza futuro. Gli impianti di innevamento artificiale sono energivori, richiedono grandi quantitativi di acqua – ricordiamo che l’AIPO proprio ieri testimoniava una carenza di acqua rispetto al necessario di almeno il 40% ancora adesso nonostante le precipitazioni degli scorsi mesi – e producono una neve molto compatta dannosa per la biodiversità.
Un atteggiamento purtroppo portato avanti in questi anni recenti con proposte di investimento assurde, come quelle del potenziamento degli impianti di risalita del Corno alle Scale.
L’unica soluzione è quella di avviare un percorso serio e strutturale di diversificazione dell’offerta turistica, diretta ad una fruizione slow e multistagionale, esplicitando la necessità di abbandonare vecchi modelli. Occorre lavorare con gli operatori per dare loro una prospettiva credibile, investendo nella strutturazione di proposte alternative e nella formazione.
Altro tema inoltre sarebbe quello di mettere l’acceleratore sulla diffusione delle energie rinnovabili nel nostro territorio, in coerenza con l’obbiettivo del 100% di energia verde dichiarato dalla stessa Regione. Legambiente conclude notando invece che proprio l’Assessore al Turismo regionale risulta uno strenuo oppositore della proposta di impianto eolico offshore nel mare di fronte a Rimini, uno dei principali impianti a rinnovabili che il nord Italia potrebbe ospitare. Una contraddizione che avvalla l’impressione che l’emergenza clima sia davvero sottovalutata”.
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