“A Piacenza da anni, ma con la testa in Iran dove la gente muore per i propri diritti”
21 Gennaio 2023 12:59
“La battaglia per i diritti non è una battaglia solo del popolo iraniano, ma di tutti: fratelli e sorelle insieme per chiedere nel mondo il rispetto delle libertà fondamentali”. Abbiamo incontrato due ragazzi iraniani, in Italia da diversi anni per motivi prima di studio e poi di lavoro. Da mesi però i loro pensieri e i loro sforzi sono rivolti al paese d’origine dove uomini e donne ogni giorno rischiano la propria vita nel manifestare il loro dissenso contro la Repubblica islamica e la Guida suprema Ali Khamenei.
“Noi ricordiamo come gli italiani abbiano lottato coraggiosamente contro il fascismo – le parole di Ali (nome di fantasia) – e adesso è la nostra responsabilità ascoltare le coraggiose voci iraniane e sostenerle nella lotta contro il regime fascista di Ali Khamenei. La storia ci insegna che la democrazia e i diritti umani non sono mai stati raggiunti facilmente”. Sono oltre 520 i morti, di cui 71 bambini e circa 19.600 gli arresti dall’inizio delle proteste. Solo alcuni dei numeri che spiegano la repressione delle libertà messa in atto dal regime iraniano. A Piacenza da settimane è nato il comitato “Donna, vita, libertà” per chiedere uguaglianza, giustizia sociale e la fine di un sistema dittatoriale e oppressivo.
“Sono in Italia da sei anni, ma in questi ultimi quattro mesi la mia testa e i miei pensieri sono rivolti ai miei famigliari in Iran – racconta Zahra (nome di fantasia) -, sono però 44 anni che il popolo subisce i soprusi del regime. Quello che stiamo facendo nel nostro paese non è una lotta solo nostra, ma è una sfida che ci vede uniti a tutti quei popoli che stanno subendo le decisioni e le negazioni delle libertà fondamentali di cui si macchia quotidianamente la repubblica islamica”. “Questo regime vuole avere il controllo del paese, ma non è in grado di governarlo neanche dal punto di vista dei servizi di base – spiega – siamo in inverno, l’Iran è la seconda fonte di gas del mondo e nonostante questo il popolo è al freddo”.
“Vogliamo ringraziare il comitato Donna, vita, libertà che ci aiuta a fare arrivare la nostra voce, quella del popolo iraniano alle persone e alle istituzioni italiane ed europee”. le parole dei due ragazzi di cui non mostriamo i volti per una questione di sicurezza, a tutela in particolare dei loro famigliari che vivono ogni giorno i drammi della repressione e della crisi economica in cui versa il paese.
“La mia speranza è che un giorno si riesca ad abbattere un regime che per 44 anni ha diviso gli uomini e le donne – conclude Zahra – è giunto il momento di creare una realtà di uguaglianza sociale dove nessuno sia discriminato per il proprio genere o per la propria fede”. In questi giorni il parlamento europeo ha inserito i Pasdaran, il corpo delle guardie della rivoluzione islamica nella lista dei terroristi, una presa di posizione importante per migliaia di uomini e donne che rischiano la propria vita chiedendo il rispetto delle libertà fondamentali. “Voglio esprimere la mia gratitudine verso il parlamento europeo e al presidente Roberta Metsola per tutti gli sforizi politici e diplomatici a favore della democrazia”.
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