Allarme dighe, mancano 3,8 milioni di metri cubi di acqua. “Serve prudenza”
23 Gennaio 2023 18:55
La grave crisi idrica che sta imperversando da mesi sul nostro territorio con piogge scarse e temperature sopra la media non si placa nonostante le precipitazioni della scorsa settimana e quelle attese per questa. Inferiori alla media sia i volumi delle dighe di Molato e Mignano sia le portate di fiumi e torrenti.
Negli invasi di Alta val Tidone (Molato) e di Vernasca (Mignano) complessivamente oggi mancano 3,8 milioni di metri cubi rispetto alla media degli ultimi dieci anni nonostante durante gli anni 2021 e 2022 non siano state effettuate le procedure di svaso. La portata del fiume Po si attesta sotto al minimo mensile storico. In deficit il fiume Trebbia, il torrente Nure e le falde.
A intervenire è il presidente del Consorzio di Bonifica di Piacenza Luigi Bisi: “La speranza è quella che a fronte di un autunno e un inizio inverno poco piovoso, in primavera ci sia un’inversione di marcia che ci permetta di riallinearci alle medie del periodo. Visti i valori attuali, addirittura peggiori rispetto a quelli del 2022, la preoccupazione è alta e per questo non posso che raccomandare alle aziende agricole la massima prudenza nella programmazione dei piani colturali (del pomodoro e non solo) soprattutto se sprovvisti di fonti alternative come pozzi e laghi privati”.
DATI DIGHE E FIUMI
La diga del Molato oggi ha un volume di soli 337 mila metri cubi (pari al 4,4% del volume autorizzato) a fronte di un volume medio di oltre 3 milioni di metri cubi presenti in diga negli ultimi dieci anni alla data odierna. La diga di Mignano oggi ha un volume di poco superiore ai 4 milioni di metri cubi (pari al 41,6% del volume autorizzato) contro un volume medio decennale di oltre 5 milioni.
Il fiume Po a Piacenza ha una portata inferiore al minimo mensile storico con 332,38 metri cubi al secondo rispetto ai 333 (portata minima mensile).
Sotto alla media storica, ma sopra alla minima mensile, il fiume Trebbia che a Bobbio oggi ha una portata di 15,48 metri cubi al secondo rispetto alla media storica di 24,10.
Anche il torrente Nure a Farini ha una portata attuale inferire alla media storica con 2,78 metri cubi al secondo rispetto ai 5,56.
AZIONI DA METTERE IN PRATICA
“Se da una parte corre l’obbligo di chiedere agli agricoltori di mettere la massima attenzione nella programmazione, dall’altro è importante che ogni attore, chiamato a rappresentare una posizione di rilievo nello scenario, eserciti al meglio la propria influenza per poter concertare le soluzioni più adeguate in modo resiliente e che soprattutto creino il minor potenziale danno possibile nel caso in cui la situazione idrica non vada migliorando”.
“Come Consorzio – continua il presidente Luigi Bisi – cerchiamo di recuperare ogni goccia di acqua stoccando la risorsa prima nei nostri laghi e poi in quelli dei nostri consorziati creando una riserva preziosa seppur minimamente significativa tenendo bene a mente che l’irrigazione non riguarda l’agricoltura ma l’economia agroalimentare di cui la nostra provincia fa vanto. Per questo, unitamente all’efficientamento dell’esistente (rete e impianti) rimane prioritario stoccare la risorsa idrica quando c’è per distribuirla quando serve. Obiettivi, questi due, a cui il Consorzio punta sia con risorse proprie sia con i progetti in parte già finanzianti e in parte in attesa di finanziamento. Una buona pratica che la Regione Emilia Romagna dovrebbe favorire è quella di far circolare l’acqua nel reticolo secondario in inverno per ricaricare le falde creando così delle riserve anche in modo ambientalmente molto sostenibile. Penso infatti che ci voglia un equilibrio tra i canali a cielo aperto e quelli intubati, in modo che, nel momento in cui la riserva è limitatissima, abbiamo necessità di irrigare e non possiamo permetterci di perdere nemmeno una goccia, vengano utilizzate le tubazioni in pressione come quelle che stiamo realizzando e realizzeremo; mentre nei periodi in cui c’è abbondanza, con l’utilizzo del reticolo a cielo aperto, si riesca allo stesso tempo sia a ricaricare le falde sia a tenere vivo un ambiente ecosistemico anche a vantaggio di flora e fauna”.
POMODORO E MAIS
“Pomodoro e mais, le nostre due colture irrigue per eccellenza, sono il volano dell’economia agroalimentare piacentine. Non dimentichiamo che dietro ad ogni forma di Grana Padano c’è un allevamento che deve essere alimentato con il mais a dimostrazione del fatto che anche questa è una coltura di pregio così come più volte ricordato il valore economico del pomodoro e il valore generato dalla filiera stessa”.
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