Test di telemedicina sulle ambulanze. Entro 7 anni installato su tutti i mezzi
23 Gennaio 2023 12:50
Entro 7 anni tutte le ambulanze piacentine saranno dotate di telecamere a bordo per effettuare telemedicina e dar modo al personale medico del pronto soccorso di fare diagnosi da remoto, visitare i pazienti mentre sono ancora in ambulanza, ed essere pronti al loro arrivo. E’ l’anticipazione emersa alla conferenza di presentazione del bilancio 2022 del 118. Già oggi i mezzi sono in collegamento con il pronto soccorso, inviando dati e referti per preallertare il personale sanitario.
Con un tempo medio di intervento di 13 minuti, contro i 18 standard, il servizio di soccorso del 118 di Piacenza è uno dei fiori all’occhiello dell’azienda sanitaria locale. Ma non solo. E’ una rete di mezzi e personale specializzato, medici e infermieri, perfettamente integrata con le realtà di pubblica assistenza – Croce rossa e Anpas – che si fondano sul volontariato, anche in questo caso al alta formazione.
E’ il direttore generale Ausl, Paola Bardasi, a raccontarlo, definendolo “il cuore” del servizio sanitario. Un servizio infatti che rappresenta la vicinanza con la popolazione in due direzioni: verso chi ha bisogno di assistenza sanitaria in casi di bisogno e urgenza, e con chi presta gratuitamente il suo tempo nelle operazioni di soccorso. Senza dimenticare il sostegno delle loro famiglie, come ha ricordato il presidente di Anpas Piacenza Paolo Rebecchi.
I mezzi e il personale di Cri e Anpas sono intervenuto nel 70% dei casi, mentre il servizio medico e sanitario è sempre svolto dal personale professionale dell’azienda sanitaria: “Una tranquillità per i volontari poter contare sulla presenza di medici e professionisti” ha aggiunto Alessandro Guidotti, presidente di Croce rossa Piacenza.
Il 118 non si occupa solo di primo intervento, ma anche di gestione della rete di defibrillatori e di formazione sul loro utilizzo: 1144 i defibrillatori ad oggi sul territorio, e 2500 cittadini formati nello scorso anno. Una rete che ha permesso di aumentare il numero di persone salvate. E, specifica Bardasi, “Non c’è alcun allarme per patologie da infarto. I casi sono uguali a quelli del triennio precedente”.
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