Calcio all’indifferenza, grido contro l’inerzia: a Gragnano la marcia della Pace
04 Marzo 2023 18:04
Un calcio all’indifferenza, a chi dice “non mi interessa” per pigrizia, per convenienza o perché preferisce restare alla larga da certe questioni. Ma anche un grido contro l’inerzia di chi potrebbe fare ma non fa, di chi non prende in considerazione l’ipotesi di una trattativa diplomatica tra Russia e Ucraina, mentre la gente continua a morire. Da Gragnano, oltre un centinaio di persone si sono ritrovate in corteo nella mattinata di sabato 4 marzo per invitare i potenti del mondo a invertire la rotta del conflitto iniziato un anno fa, perché l’invio delle armi a sostegno della popolazione aggredita lasci posto a un negoziato di pace.
Sono stati il Comune e la parrocchia, uniti, a lanciare l’iniziativa che ha radunato – davanti alla chiesa di San Michele prima e poi in piazza della Pace – oltre un centinaio di persone, tra cui decine di bambini che hanno orgogliosamente presentato i loro striscioni realizzati per l’occasione.
“Non siamo persone ingenue e sappiamo che questa manifestazione non porterà alla fine della guerra” ha spiegato il sindaco Patrizia Calza assieme al parroco don Alessandro Ponticelli.
“Ma se tutti si muovono, la situazione può cambiare. Noi possiamo essere artigiani di pace: non perché siamo dei sognatori ma perché è evidente che senza la diplomazia questa guerra non finirà. Non ci interessano le responsabilità del conflitto ma facciamo la nostra parte perché le grandi potenze parlino tra loro. Oggi intanto si continua a morire e la guerra lascerà vendette che proseguiranno nelle prossime generazioni”.
La folla si è quindi spostata in corteo fino alla piazza della Pace, dietro al municipio, dove i ragazzi delle scuole e i rappresentanti delle varie associazioni del paese (e non solo) si sono alternati per dare il loro contributo con pensieri e riflessioni che poi sono stati liberati in volo con palloncini. Tra una poesia della scrittrice gragnanese Lorena Tassara e un componimento in dialetto di Mario Schiavi – entrambi composti per l’occasione – ognuno ha raccontato le proprie esperienza, tra l’accoglienza dei profughi in paese fino alla corrispondenza epistolare tra gli studenti ucraini e quelli gragnanesi, con lettere emozionanti.
Il maestro Roberto Lovattini – in rappresentanza del Movimento di Cooperazione Educativa – suona la carica, con qualche rammarico. “Bisogna solo ringraziare un paese come Gragnano: se tutti i comuni piacentini e la stessa città di Piacenza facesse lo stesso, saremmo molto più avanti” ha sostenuto. “Purtroppo non tutti si impegnano su questo fronte. Se davvero vogliamo la pace, lavoriamoci assieme, adulti e bambini: quanti discutono di pace con i propri figli o nipoti? L’educazione alla non violenza non si improvvisa e va fatta ogni giorno, senza che si debba parlare di carri armati. E bene hanno fatto i ragazzi a scrivere ai loro coetanei in Ucraina: dovremmo anche noi fare lo stesso a chi ha cercato di salvare i migranti naufragati a Crotone una settimana fa”.
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