Cives parla alla Civitas: il 10 marzo il vescovo, Brianzi e Magnelli in Cattolica
08 Marzo 2023 08:22
La serata conclusiva di Cives “Zona franca” si svolgerà venerdì 10 marzo nella Sala convegni Giuseppe Piana dell’Università Cattolica di Piacenza. Sarà l’occasione per fare il punto sull’edizione che si avvia al termine, partendo dai punti chiave che hanno caratterizzato le relazioni dei vari ospiti che si sono susseguiti da ottobre a marzo. Sei studenti – Chiara Alessi, Luca La Placa, Arianna Giansante, Edoardo Premoli, Francesca Cervi e Lucrezia Fedeli – prenderanno la parola per esprimere le proprie impressioni sui temi trattati durante il corso. A seguire, il vescovo Adriano Cevolotto, l’assessore alle Politiche giovanili e all’Università del Comune di Piacenza Francesco Brianzi e il vicepresidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano Mario Magnelli risponderanno alle domande dei coordinatori e del pubblico. Argomento di riflessione saranno i conflitti esistenti sul territorio piacentino e le strategie da mettere in atto per ripristinare la pace. L’incontro, aperto al pubblico, inizierà alle 20.30. È necessario confermare la partecipazione inviando un’e-mail a [email protected].
CIVES – È un corso di formazione promosso dall’Università Cattolica del Sacro Cuore insieme alla diocesi di Piacenza-Bobbio, al Laboratorio di Economia Locale e alla Fondazione di Piacenza e Vigevano. I lavori sono coordinati da Giovanni Ambroggi, Patrizia Calza, Raffaele Ciociola, Enrico Corti, Angela Fugazza, Enrico Garlaschelli, Giovanni Groppi, Sara Groppi, Daniela Guzzi, Massimo Magnaschi, Roberto Maier, Francesco Millione, Marina Molinari, Fabio Obertelli, Francesco Perini, Francesco Petronzio, Piergiorgio Poisetti, Paolo Rizzi e Susanna Rossi.
ZONA FRANCA – Lo scoppio della guerra in Ucraina ha messo in dubbio certezze radicate in noi da decenni. Abituati al ruolo di spettatori di guerre “lontane”, ci siamo percepiti per anni in una sorta di “zona franca”, riparati dalle conseguenze e distanti dall’essere attori o vittime. E se pensiamo alla pace, dalla nostra posizione di avulsi dai conflitti, non ci viene in mente altro se non un anelito alla fine della guerra. Consideriamo la pace come punto d’arrivo di un conflitto, e così ci lasciamo sfuggire l’accezione più significativa del termine “pace”, che riguarda la situazione da creare per prevenire il conflitto. Trascuriamo le regole di una convivenza civile che idealmente dovrebbe evitare la frammentazione della concordia.
© Copyright 2024 Editoriale Libertà
NOTIZIE CORRELATE