Cibus, Coldiretti: “Stop al cibo sintetico salva 580 miliardi di valore del Made in Italy”
29 Marzo 2023 11:34
“Lo stop al cibo sintetico deciso dal Governo salva 580 miliardi di euro di valore della filiera agroalimentare nazionale, con il cibo che è diventato la prima ricchezza dell’Italia nonostante le difficoltà legate alla pandemia e alla crisi scatenata dalla guerra in Ucraina”. E’ quanto emerge dall’indagine della Coldiretti sui danni provocati dalla diffusione degli alimenti sintetici alla filiera agroalimentare Made in Italy diffusa in occasione del Cibus a Parma, con il blitz di centinaia di agricoltori con bandiere, striscioni e cartelli, che, al padiglione 5 stand I004, hanno organizzato la distribuzione di salame, prosciutto, parmigiano e porchetta dopo la decisione dell’esecutivo guidato da Giorgia Meloni su proposta del Ministro dell’agricoltura e della sovranità alimentare Francesco Lollobrigida di schierarsi contro latte, bistecche e pesce creati in laboratorio. Una decisione arrivata anche grazie alla petizione anti cibo sintetico voluta da Coldiretti che, nella sola Emilia-Romagna, ha raccolto oltre 30mila firme, di cui circa 3mila nel Piacentino.
Oggi a Cibus è presente una delegazione piacentina guidata dal direttore Roberto Gallizioli. “Il Made in Italy a tavola messo a rischio dalla diffusione del cibo sintetico – sottolinea Coldiretti – vale quasi un quarto del Pil nazionale e, dal campo alla tavola, vede impegnati ben 4 milioni di lavoratori in 740mila aziende agricole, 70mila industrie alimentari, oltre 330mila realtà della ristorazione e 230mila punti vendita al dettaglio e 10mila agricoltori in vendita diretta con Campagna Amica”.
“Un patrimonio, quello enogastronomico, messo a rischio dal cibo sintetico, dalle indicazioni allarmistiche sul vino, ma anche dalle etichette con il semaforo ingannevole del Nutriscore che boccia le eccellenze tricolori. Un sistema fuorviante, discriminatorio ed incompleto che – sottolinea Gallizioli– finisce paradossalmente per escludere dalla dieta ben l’85% in valore del Made in Italy a denominazione di origine con alimenti sani e naturali che, da secoli sono presenti sulle tavole, per favorire prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta”.
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