L’agroalimentare esulta: “Bene il no al cibo sintetico, zootecnia classica è più sana”
31 Marzo 2023 22:15
Il settore agroalimentare piacentino esulta per il divieto di produzione e vendita in Italia di cibi sintetici deciso dal governo nazionale. La voce della filiera locale è stata raccolta stasera nella puntata di “Nel mirino” in onda su Telelibertà, canale 76 del digitale terrestre, con la conduzione del direttore Nicoletta Bracchi. Insieme al giornalista Thomas Trenchi, sono intervenuti il direttore provinciale di Coldiretti Roberto Gallizioli, il referente del consorzio “La carne che piace” Giampaolo Maloberti e il professore Ettore Capri, docente nel dipartimento di scienze e tecnologie alimentari all’università Cattolica di Piacenza.
Al centro dell’approfondimento, anzitutto, ecco la misura stabilita nel consiglio dei ministri di negare le nuove carni prodotte in laboratorio da cellule animali. Uno stop giudicato da Capri come “una scelta politica ben fatta” che rappresenta un “primo passo in attesa delle azioni intraprese dall’Ue”. Gallizioli ha chiarito che “l’Unione europea non si è ancora pronunciata sulla commercializzazione di cibo sintetico, perciò l’Italia ha potuto esprimersi con un provvedimento in via precauzionale. Si tratta di un segnale importante del nostro Paese in tutela del sistema agroalimentare”. Per Maloberti è “un simbolo in difesa dei consumatori”. Ma perché il cibo sintetico minaccia il settore tradizionale? “Una filiera come quella piacentina non deve sentirsi messa in discussione dalla carne prodotta in laboratorio, ma attenzione ai meccanismi di promozione che inducono i consumatori a credere che questo cibo prodotto abbia un minore impatto ambientale o una maggiore sicurezza alimentare”. E il motivo lo ha spiegato il docente: “La realizzazione delle carni sintetiche, in veri e propri impianti di produzione industriale, comporta un inquinamento più alto rispetto alla zootecnia sana e classica. Senza dimenticare che anche la tracciabilità sarebbe compromessa. Non esiste un altro Paese come l’Italia – ha aggiunto Capri – che abbia un controllo così alto delle filiere. L’agricoltura è sostenibile. Nel momento in cui l’innovazione rischia di cambiare molti aspetti con cui il cibo si presenta sulle nostre tavole, occorre domandarsi se i cambiamenti sono davvero necessari in termini ambientali e sociali”.
Dalle carni sintetiche agli insetti, il passo è breve. Di recente la Commissione europea ha dato il via libera alla commercializzazione dei grilli domestici. “Gli imprenditori e i lavoratori agricoli – ha osservato il direttore provinciale di Coldiretti – sono molto attenti all’igiene. La presenza di uno scarafaggio in cucina determina la chiusura del locale da parte dell’Ausl, e adesso invece si rischia di trovarselo nel piatto…”. Capri ha rimarcato che “serve una presa di coscienza del consumatore”, svelando però che “già oggi mangiamo gli insetti senza saperlo, ad esempio le coccinelle utilizzate per i coloranti”.
Spazio a “Nel mirino” anche al tema della sovranità alimentare, più che mai attuale considerata la crisi internazionale che ha reso l’approvvigionamento di cibo e materie prime un vero e proprio fattore geopolitico. Come si aumenta il livello di autosufficienza del territorio? Secondo Capri “bisogna lavorare su ricerca e innovazione”. Gallizioli ha sottolineato l’esigenza di investire su “una grande strategia di programmazione che promuova le filiere locali”. E Maloberti ha concluso: “La guerra in Ucraina ha dimostrato che il cibo non è scontato, perché l’Italia ha sfiorato la mancanza di pasta e pane sugli scaffali dei supermercati. Il nostro Paese importa mais, grano, soia, girasoli e altri prodotti fondamentali per gli alimenti che vengono serviti sulle tavole. Occorre diminuire la burocrazia a carico delle aziende agroalimentari nell’ottica di tornare a una sana sovranità alimentare che riduca la dipendenza dalle nazioni limitrofe”.
È possibile riguardare la puntata di “Nel mirino” sul portale on demand www.teleliberta.tv.
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