“Posti letto ridotti e liste d’attesa inaccettabili, l’Ausl rispetti i diritti dei cittadini”

31 Marzo 2023 13:07

“Il servizio sanitario nazionale deve rispondere ai bisogni dei cittadini, questi hanno dei diritti costituzionali tra cui il rispetto delle liste d’attesa. Oggi il servizio piacentino della sanità soffre una caduta di capacità di risposta alle esigenze di chi ne ha bisogno”. Lino Anelli, a nome del Coordinamento piacentino su salute e medicina territoriale, ha le idee chiare sulle crepe del sistema sanitario nazionale e locale: “Abbiamo assistito a una vera e propria destabilizzazione a livello territoriale che ha portato a una concentrazione di tutte le attività su Piacenza, che ormai è una realtà al collasso” le sue parole.

“La salute è un diritto e dobbiamo farlo rispettare”. E’ chiaro il monito delle associazioni e dei movimenti riuniti all’interno del coordinamento piacentino su salute e medicina territoriale al quale arrivano sempre più segnalazioni e proteste sulle lunghe liste d’attesa per visite ed esami. Tra tagli alla spesa sanitaria e carenze di personale nelle strutture ospedaliere, il coordinamento offre quindi la possibilità di segnalare i disservizi della sanità pubblica scrivendo all’indirizzo mail [email protected].

Durante la conferenza stampa realizzata all’interno della sede di Legambiente, Lino Anelli insieme a Maurizio Cabrini, Nicoletta Ferdenzi, Elena Maria Anelli, Silvia Brega e Marco Natali hanno annunciato l’obiettivo di creare un unico centro di raccolta delle segnalazioni per garantire supporto ai cittadini. “Alcune segnalazioni sono assurde e preoccupanti – hanno spiegato i referenti del coordinamento -, una donna piacentina ha fatto una visita nel febbraio 2022, avrebbe dovuto essere operata entro 180 giorni e invece l’intervento chirurgico c’è stato a marzo del 2023”.

“Non è una protesta contro il personale sanitario, ma contro la situazione altamente disorganizzata che fa a capo all’Ausl di Piacenza” la precisazione del coordinamento. “Da tempo è ormai appurato che il piano sociosanitario siglato nel 2017 sta dimostrando la sua assoluta inadeguatezza, perché i posti letto si sono ridotti come si è ridotta la risposta sanitaria e questo ha portato a un aumento dell’intervento privato che costa” ha continuato Anelli. “Disfunzioni a Fiorenzuola, disagi a Castel San Giovanni e Bobbio non si capisce più che cos’è – hanno proseguito Brega e Ferdenzi -. La medicina territoriale non esiste senza distribuzione ospedaliera sullo stesso territorio. A Piacenza si sta copiando il metodo lombardo che vuol dire concentrare tutto in unico grande ospedale per tutta la provincia e questo vuol dire allungare le liste d’attesa e diminuire i servizi per cittadini e aumentare i disagi. Servono i sindaci in questa battaglia di civiltà perché ci devono rappresentare in conferenza sociosanitaria”.

 

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