Logistica, Iva evasa per 39 milioni. Sequestrati beni a consorzio attivo a Piacenza

16 Maggio 2023 13:30

Maxi frode fiscale nella logistica: 250milioni di fatture false, 44 denunce e 9 milioni di sequestri.

La Guardia di Finanza di Bologna ha eseguito due decreti di sequestro preventivo, a carico di 19 società, che operano nei settori della logistica e del facchinaggio, per 74 milioni, frutto di un profitto illecito scaturito da una ingente evasione dell’Iva e dall’indebita compensazione di crediti fiscali rivelatisi fittizi. Quarantaquattro persone sono state denunciate.

Le misure cautelari sono l’epilogo di un’indagine, cominciata nel 2016 e terminata nel 2020, coordinata dai pm Michela Guidi ed Elena Caruso, che ha consentito di smascherare un meccanismo di somministrazione illecita di manodopera portata avanti da un noto consorzio, attraverso una rete di società consorziate ‘spurie’, attive in diverse località italiane: Bologna, Burago di Molgora (Monza e Brianza), Cardito (Napoli), Castel Maggiore (Bologna), Cesena, Melito di Napoli, Napoli, Nola (Napoli), Piacenza e Roma.

Grazie anche alla collaborazione con l’Agenzia delle Entrate, è stato accertato che le 19 società, interposte tra il reale datore di lavoro (il consorzio) e i dipendenti (1.700 circa per ogni anno), oltre a rivelarsi inadempienti al versamento delle imposte, avevano compensato ingenti debiti tributari con corrispondenti crediti inesistenti.

Al termine dell’indagine è stata ricostruita un’evasione Iva per 39 milioni, perpetrata attraverso un vorticoso giro di fatture “giuridicamente” false, ammontanti a 250 milioni circa e un’indebita compensazione di crediti fittizi per 36 milioni. Sono state quindi denunciate 44 persone, i vertici del Consorzio e i legali rappresentanti delle 19 società che si sono succeduti, nei cui confronti sono stati sottoposti a sequestro ingenti disponibilità finanziarie, immobili e partecipazioni societarie per un valore di oltre 9 milioni di euro. Sottoposti a sequestro impeditivo lo stesso consorzio e 2 società collegate, ora affidati a un amministratore giudiziario. Le tre aziende potevano contare su circa 500 dipendenti, in grado di produrre un volume d’affari annuo di ben 83 milioni di euro. Il Riesame ha confermato le misure cautelari.

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