Tarasconi sulla Pertite: “Procediamo per stralci”. Scontro sui costi
15 Giugno 2023 19:32
Amianto sì, amianto no. Bonifica sì, bonifica no. Oggi, 15 giugno, nella commissione convocata per fare il punto sull’ex Pertite, presieduta dalla consigliera Caterina Pagani, è andato in scena un acceso dibattito principalmente tra il sindaco di Piacenza Katia Tarasconi e l’ex primo cittadino Patrizia Barbieri, attualmente capogruppo della civica di minoranza. Al centro dello scontro i costi della bonifica dell’area. E’ stata proprio la Barbieri a chiedere il confronto sulla partita che è risultata essere particolarmente complessa e delicata, oltre che biblica dal punto di vista delle tempistiche.
“Il mio intervento non vuole essere strumentale o politico – spiega Barbieri – comprendo le difficoltà di chi si appresta a prendere il testimone, mi metto a disposizione per dare una mano a ricostruire, attraverso gli atti, l’iter che ho seguito in prima persona”. Il punto focale riguarda i costi di bonifica. Barbieri ricorda “Era stato detto che con 400mila euro si poteva risolvere il tema. Nei tavoli tecnici a Roma il problema dell’amianto non c’era. Va chiarita la questione economica che esce solo adesso con delle cifre importanti”. Barbieri si riferisce all’annuncio fatto dall’assessore Adriana Fantini, nel consiglio comunale dell’8 maggio scorso, dove aveva prospettato costi che si aggiravano tra i 50 – 60 milioni di euro per abbattere e smaltire capannoni e casermette che occupano 30mila metri quadrati all’interno dell’area della Pertite.
“Costi che non vengono menzionati in alcun atto”- dice Barbieri. A rispondere è Tarasconi: “Magari non saranno 60, ma 30 milioni, il problema è che l’amministrazione non ha le risorse per fronteggiare una spesa così importante. Se siamo tutti d’accordo proviamo ad andare avanti e a trovare il modo di portare a casa quello che tutti vogliamo fare. Perché trovare una soluzione è tra le nostre priorità”. Poi Tarasconi non esclude un recupero a stralci dell’area.
Barbieri ha quindi ricordato la sua partecipazione ai tavoli tecnici a Roma dove per la riqualificazione dell’area erano previste diverse ipotesi di spesa da un minimo di 400mila euro a un milione e mezzo. “A me è sempre stato detto che non ci fosse necessità di effettuare la bonifica, dovrebbe essere tutto agli atti”.
“Abbiamo trovato una documentazione del 2019 a firma di Arpae – replica Tarasconi – in cui si dice che, in mancanza di dati dell’area, non è possibile accertare i costi da sostenere. Gli unici preventivi in nostro possesso riguardano le spese per i rilievi”.
L’assessore Fantini ha aggiunto: “Il nostro obiettivo è quello di restituire alla città questo polmone verde, ma l’area lo sappiamo è molto grande e in questo momento è la Difesa a occuparsi della manutenzione e della sicurezza. Per il comune sarebbe troppo oneroso. Abbiamo bisogno di trovare un obiettivo che possa rendere il recupero di quest’area sostenibile, per poter perseguire il desiderio comune che è quello di restituire alla città il parco. Al Demanio abbiamo spiegato che, allo stato attuale, non sussistono le condizioni per cui l’amministrazione possa assumere questa obbligazione di bonifica perché non è nemmeno stata quantificata e tengo a precisare che la nostra interlocuzione continua in modo serrato”.
Sull’argomento è intervenuto Luigi Rabuffi di ApP – “Cose strane sono successe in questi anni su quell’area, sembra una storia infinita. Due sono i problemi principali: la bonifica e la pista di prova carri. E mi chiedo come mai ci fosse la volontà di pagare la bonifica solo quando si era ipotizzata la realizzazione del nuovo ospedale in quell’area.
Andrea Fossati capogruppo del Pd ricorda: “E’ un iter complesso che ha portato negli anni a un continuo ping pong frustrante. Chiediamo di restare sempre aggiornati sulla questione.
Barbara Mazza della civica Barbieri – Liberi e Gloria Zanardi di FdI hanno chiesto che si possa effettuare un ulteriore sopralluogo a cui possano partecipare tutti i componenti della commissione. “Bisogna continuare l’interlocuzione con i soggetti coinvolti – auspica Zanardi – dobbiamo fare da pungolo e l’amministrazione deve continuare a darsi da fare per arrivare all’obiettivo comune, nella speranza che i tempi non siano biblici”.
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