La storia di Camillo, custode della Pietra Perduca: “Un luogo magico da valorizzare”

27 Giugno 2023 13:30

“Mia mamma si chiamava Anna e questa meravigliosa chiesa è intitolata a Sant’Anna”. Che sia stato il destino o chi per esso, l’inscindibile legame tra Camillo Piga e la Pietra Perduca nasce nel nome di Anna. Piga, originario di Gossolengo, si innamora della Val Trebbia dopo aver conosciuto quella che sarebbe diventata la donna della sua vita. Dalle vacanze in vespa ai viaggi a piedi per portare le pietre necessarie a sistemare il tetto del santuario c’è di mezzo l’incantesimo di un luogo che Camillo definisce magico. Vigile del fuoco andato in pensione nel 2003, Camillo insieme ad altri colleghi e volontari da oltre vent’anni ha adottato la chiesa sorta all’ombra della Pietra Perduca. “Un luogo magico completamente immerso nella natura che merita di essere valorizzato e conosciuto”.

Camillo fa parte dell’associazione “Amici di Perduca” che nel corso degli anni ha contribuito a riqualificare il tetto del santuario, a recuperare gli affreschi originali all’interno della chiesa, e a realizzare delle scalinate che dal sentiero portano all’ingresso del santuario. I volontari hanno anche ripreso un’antica tradizione che coinvolgeva le comunità contadine che abitavano sulle colline sopra Travo: “Il giorno di Sant’Anna tutto il circondario smetteva di lavorare per partecipare alla processione verso la chiesa e terminare la cerimonia tra balli e buon cibo – racconta Camillo -. La gente all’epoca arrivava da tutte le frazioni a piedi per celebrare la santa, noi abbiamo voluto recuperare una tradizione che fa parte della storia di questo posto, una storia da conservare e mantenere anche in futuro”.

Ecco forse l’unica preoccupazione che si intravede negli occhi di Camillo, mentre guarda il panorama che circonda il santuario di Sant’Anna, è proprio l’insicurezza legata al domani: “Ho settant’anni – afferma -, salire questi scalini inizia a farsi sentire, ma cerco di non pensarci. Abbiamo tanto aiuto durante gli eventi, ma qui le cose da fare ci sono tutto l’anno e non si intravede un cambio generazionale.” Tra i sogni nel cassetto di Camillo c’è quello di illuminare il santuario di notte: “Sarebbe bellissimo, in questi anni abbiamo portato l’acqua potabile e realizzato diverse opere importanti grazie soprattutto agli introiti delle feste e rendere visibile la chiesa renderebbe l’atmosfera del luogo ancora più affascinante”.

“Cerchiamo di fare la nostra parte, tenendo in ordine, mettendoci a disposizione dei turisti e aprendo loro la porta della chiesetta – continua Camillo -. Arrivano dall’Italia e dall’estero, sarebbe un vero peccato non permettere di ammirare il santuario”. Tra le iniziative di cui va particolarmente fiero il pensionato originario di Gossolongo c’è la creazione di 15 vie di arrampicata sulla Perduca: “Grazie alla collaborazione con il Cai – sottolinea – abbiamo realizzato una palestra all’aperto, l’unica in Europa dedicata ai vigili del fuoco”. A ogni via un nome in dialetto, da Ciaciaròn a Grisù, passando per Bissaboga, Vartis e Bagai. “Sono vie molto semplici dove i bambini possono imparare ad arrampicarsi in sicurezza” evidenzia Piga mentre ci apre le porte del santuario. Anche all’interno della chiesa di Sant’Anna è infatti presente una stele in memoria dei vigili del fuoco piacentini venuti a mancare nel corso degli anni. “Per un vivo ricordo che illumini gli occhi dei tuoi cari quando parlano di te” la frase scritta accanto all’opera.

Piga, oltre a custodire con cura la Pietra Perduca, insieme all’associazione nazionale dei vigili del fuoco va nelle scuole di Piacenza e provincia a incontrare studenti di tutte le età per fornire consigli e indicazioni diffondendo la cultura della prevenzione e della sicurezza. “Cominciamo dai bambini di tre anni – spiega – parlando di terremoti, rischio idrogeologico, incidenti domestici e spaziando tra numerosi argomenti attraverso informazioni che i più giovani recepiscono al volo”. Nell’ultimo anno sono stati 2.800 i giovani coinvolti dal progetto: “Sono delle vere spugne che ci aiutano a diffondere anche in famiglia informazioni indispensabili”.

L’IMPEGNO DEI VIGILI DEL FUOCO ALLA PIETRA PERDUCA:

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