Confagricoltura Piacenza in assemblea: “Mercato compromesso dalle norme”
30 Giugno 2023 12:12
“L’imprenditore non è più libero di produrre in funzione delle esigenze del mercato, ma è vincolato dall’articolato di norme, salvo doversi comunque assumere i rischi di una produzione che, con quelle regole, si posizionerà fuori mercato”. E’ l’analisi del presidente provinciale di Confagricoltura Filippo Gasparini emersa durante l’assemblea generale dell’associazione di categoria che si è svolta ieri sera nell’agriturismo Boschi Celati a Fossadello di Caorso.
“Confagricoltura Piacenza – ha evidenziato il direttore Marco Casagrande – ha ulteriormente consolidato la propria base associativa e rafforzato la struttura organizzativa, mantenendo i conti in ordine nonostante gli oneri burocratici in capo a imprese e all’associazione stessa diventino sempre più gravosi”. Dopo i saluti della componente di giunta nazionale Giovanna Parmigiani, l’assise, che si è svolto a porte chiuse, è stata anche l’occasione per un costruttivo dialogo grazie alle testimonianze di alcuni associati intervistati dalla responsabile della comunicazione, Elena Gherardi, a cui è seguita l’intervista al presidente Filippo Gasparini, il quale a sua volta dalle considerazioni emerse ha poi tratto le conclusioni.
“Siamo orgogliosi di poter associare queste aziende e aziende come queste, che riescono a stare sul mercato con successo, significa che Confagricoltura Piacenza è un contenitore che ha una sua dignità e una sua valenza – ha detto il presidente Gasparini – Sono testimonianze interessanti: ci dicono che la nostra è un’agricoltura ricca, moderna, competitiva e variegata. Abbiamo tutto. Tutto quello che l’agricoltura produce, nella nostra provincia, può trovare una rappresentanza”.
“Quali ricette dunque? – ha proseguito Gasparini – continuiamo a seguire i nostri valori, l’impegno costante e la coerenza hanno portato a qualche prezioso risultato e a farci considerare voce accreditata. Dopo questa analisi allarghiamo però l’appello e il dialogo al mondo produttivo, della ricerca e accademico, in ultima analisi per poter consegnare alla politica le nostre comuni proposte concrete per l’improcrastinabile cambio di passo. In autunno vorremmo dare il via formalmente a questa nuova fase, magari, perché no, con un evento aperto anche agli altri settori produttivi”.
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