Contenitori pieni di vestiti, ma la maggior parte non va ai poveri e viene riciclata

01 Luglio 2023 16:19

Nella provincia di Piacenza, durante i primi cinque mesi di quest’anno, sono stati raccolti circa 480 mila chilogrammi di indumenti usati, che la normativa italiana, dall’anno scorso, classifica come “rifiuti tessili”. Stiamo parlando di circa mille tonnellate annue, pari a quasi 40 Tir. E’ il contenuto dei cassonetti gialli con la scritta Caritas distribuiti in città (83) e in gran parte dei comuni della provincia (altri 53) per la raccolta degli indumenti di seconda mano. Vestiti che però non vengono donati ai poveri, contrariamente a quello che si potrebbe pensare, ma, dato l’alto volume della raccolta impossibile da gestire a livello locale, seguono un processo industriale di riciclo e riutilizzo.

Dopo la raccolta i “rifiuti tessili” vengono inviati ad impianti di trattamento, soprattutto in Toscana (nella zona di Prato) per essere igienizzati e selezionati: il 68% viene riutilizzato per ottenere indumenti, scarpe ed accessori di abbigliamento utilizzabili direttamente in cicli di consumo; il 29% viene riciclato per ottenere pezzame industriale o materie prime seconde per imbottiture, materiali fonoassorbenti o per l’industria tessile; infine il 3 % viene smaltito. Solo il contenuto di un cassonetto giallo finisce direttamente alla Caritas diocesana. E’ quello di via Giordani, all’ingresso del Centro Caritas Il Samaritano. Dovrebbe venire utilizzato per il conferimento dei vestiti di seconda mano solo nel caso in cui il guardaroba del Samaritano e quello del centro Caritas La Giara (alla Farnesiana) siano chiusi. Diversamente, gli abiti destinati alle famiglie bisognose vanno consegnati di persona alle due strutture o ai guardaroba delle Caritas parrocchiali.

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