Libri di scuola, Confesercenti: “Si prospettano aumenti tra l’8 e il 12%”
24 Luglio 2023 16:01
Le librerie indipendenti come presidio culturale e cuore pulsante dei centri storici. Questa la fotografia scattata dal centro studi Nomisma con la ricerca commissionata da Confesercenti Emilia Romagna congiuntamente con Sil (il sindacato dei librai della stessa Associazione).
Dall’analisi emerge come nell’ultimo decennio il mercato del libro in Italia abbia subito diversi cambiamenti. Dalla riduzione del numero delle case editrici attive, così come avvenuto per le librerie attive in Italia. Interessante anche il dato sull’incremento della produzione libraria ma ancora più significativo l’aspetto sull’aumento, in valore assoluto, del valore delle vendite di libri in carta (ad esclusione della scolastica) legata alla riscoperta della lettura avvenuta durante la pandemia e, fortunatamente, mantenuta anche in seguito. Il tutto anche se legato ad una perdurante diminuzione del numero dei lettori.
Un sistema, quello rappresentato dalle librerie indipendenti, di fondamentale importanza quale presidio culturale e di incontro, luoghi di valore sociale e di sviluppo della lettura: termini e valutazioni espressi dagli stessi clienti/lettori che hanno aderito al sondaggio Nomisma. Librerie che hanno un legame profondo col territorio, interazione e attitudine di consiglio e orientamento verso la clientela, una capacità di valorizzare l’interazione attiva con il lettore che difficilmente si trova in altre tipologie distributive.
Un patrimonio che però rischia seriamente di diradarsi, ridurre presenze e qualità.
“La marginalità sui libri – interviene Nicolò Maserati, presidente di Confesercenti Piacenza e componente della Giunta nazionale di Sil – come ad esempio quelli scolastici (10% sul prezzo di copertina, rispetto al 15% di un paio di anni fa) non permette reali garanzie sulla sostenibilità delle gestioni”.
A proposito dei libri di testo anche il prossimo anno scolastico (come avvenuto nel 2022/2023) rappresenterà un duro banco di prova per il portafogli di tante famiglie. Si prospettano aumenti nell’ordine di una forbice stimata tra l’8 ed il 12%. Rincari ben più pesanti se messi a confronto con quelli degli anni precedenti che vedevano un valore di pochi punti percentuali. Oltre a questo i tetti di spesa (mai aggiornati da circa 10 anni) che costringono gli Istituti scolastici a veri e propri salti mortali per rientrare nel paniere.
Si passa così dai circa 300 euro per l’acquisto dei libri di prima media, ai 132 euro per la terza classe. Per le scuole superiori la cifra aumenta (dove si arriva anche a 350 euro per il primo anno dei licei, per poi attestarsi negli anni successivi su circa 250 euro). Senza dimenticare il costo del vocabolario che da solo può arrivare anche a 100 euro.
Per finire, a complicare le cose, i due possibili codici dei libri (“C” e “B”) ad individuare rispettivamente il solo libro digitale e misto: cartaceo e digitale.
“Tutto questo – prosegue e conclude Maserati – porta a tutta una serie di incongruenze e problematiche. Dalle difficoltà delle scuole a rientrare nei parametri con spesso la rinuncia ai grandi classici o alla adozione di vecchie versioni, oppure alla indicazione alle famiglie da parte degli Istituti solamente di testi in versione digitale però non specificando il codice della corrispondente versione cartacea. Fenomeni che portano solamente difficoltà, aggravio nel nostro lavoro, oltre a legittime insofferenze da parte delle famiglie. Da tempo sollecitiamo il Ministero ed il Governo ad una revisione dei parametri e delle condizioni per permettere a tutti i soggetti maggiore serenità e certezze.”
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