Rinaturazione del Po, Confagricoltura Piacenza: “Il progetto va riprogrammato”
11 Settembre 2023 10:57
Confagricoltura ha inviato ai Ministeri competenti una nota che evidenzia le criticità rispetto al progetto di Rinaturazione del Po, approvato e finanziato dal Pnrr con 357 milioni di euro.
“Si tratta – si legge in una nota – di un progetto importante che coinvolge 13 province e 183 comuni ubicati nelle aree 37 aree di intervento previsto più 7 nel delta del Po e che avrebbe richiesto un coinvolgimento costante e continuo con i territori e le rappresentanze. Il risultato è un testo blindato, fortemente impositivo, che non lascia alcuna flessibilità alle parti coinvolte”.
“Evidenziamo che il maxi-intervento di rinaturazione del Po non rappresenta né per il territorio, né per l’agricoltura, né per l’economia locale un’opportunità e ci preme sottolinearne i possibili nefasti impatti prima che vengano validati i progetti operativi” spiega il presidente di Confagricoltura Piacenza, Filippo Gasparini.
“Il rimboschimento e la piantumazione di nuove piante e fiori – rimarca la componente di Giunta nazionale con delega alle tematiche ambientali, la piacentina Giovanna Parmigiani – non considera l’attività di presidio costante che gli agricoltori hanno svolto sino ad oggi nelle diverse aree in conduzione e neppure il valore dell’attività produttiva insistente su dette aree, che verrebbero di fatto abbandonate”.
“Riteniamo che una bacinizzazione del fiume possa essere una risposta più corretta e moderna non solo per le attività agricole, ma anche per esigenze del territorio e dell’ambiente” concordano all’unisono i due dirigenti di Confagricoltura Piacenza.
“La rinaturazione – prosegue Gasparini – non considera, a nostro parere, le mutate condizioni della portata del fiume, la conformazione delle aree, ben nota invece agli agricoltori che le custodiscono coltivandole. Inoltre, non prende in considerazione le mutate condizioni climatiche che unitamente ai terreni sabbiosi stanno facendo registrare la moria della vegetazione spontanea laddove già presente. La proposta sottostima, a nostro avviso, l’impatto del potenziale infestante delle specie vegetali alloctone presenti nei boschi il cui contenimento non potrà avvenire in modo efficace, se terminati gli interventi di rinaturazione non ci sarà il presidio costate che gli agricoltori hanno garantito sino ad oggi”.
“Chiediamo ragionevolmente – concludono Gasparini e Parmigiani – di rivedere il progetto in un’ottica completamente diversa destinando i fondi ad una più efficace gestione e regimazione del fiume stesso che possa consentire la convivenza tra ambiente e attività agricola”.
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