“L’informazione resti un presidio”. Tanti spunti emersi dal forum di Libertà
13 Ottobre 2023 13:47
Dalla crisi della carta stampata, all’approdo dell’intelligenza artificiale con il suo carico di opportunità e di effetti collaterali da approfondire e gestire. La celebrazione dei 140 anni del quotidiano Libertà è stata l’occasione per riflettere sul ruolo dell’informazione nell’era digitale, in un mondo che continua a mutare. “Tocca a noi accettare la sfida del cambiamento e non la minaccia del declino” le parole utilizzate dal direttore di Libertà Pietro Visconti in apertura del forum intitolato “Da Gutenberg a Zuckerberg: l’informazione e il futuro che ieri non c’era”. Un evento impreziosito dalla presenza di giornalisti di rango nazionale che, all’interno della cornice della sala degli arazzi del collegio Alberoni, si sono interrogati sulle prospettive di un mestiere, di una missione che rappresenta un caposaldo della democrazia.
“L’informazione deve restare un presidio” il monito di Giangiacomo Schiavi, giornalista del Corriere della Sera e direttore scientifico del forum organizzato dal gruppo Libertà. Del suo stesso avviso il direttore Luciano Fontana: “Serve continuare a investire nella qualità – spiega -. Dobbiamo essere onesti e fattuali, solo così l’informazione continuerà a ricoprire la sua funzione civile, politica e sociale”. Al forum ha preso parte anche Alberto Barachini, sottosegretario di Stato con delega all’informazione e all’editoria: “Purtroppo l’Italia è il Paese in Europa dove si legge di meno, un trend che va invertito partendo dalle scuole e dalla serietà dei giornalisti che oltre a divulgare le immagini, hanno la capacità di raccontarle”. “Bisogna partire dal presente – secondo il direttore di Tgcom24 Paolo Liguori -. L’informazione locale tiene meglio rispetto a quella nazionale e chi ha la lungimiranza di investire su di essa ne trarrà merito e beneficio”.
Pierluigi Magnaschi, direttore di ItaliaOggi (dopo esserlo stato anche dell’Agenzia Ansa), ha fatto rilevare che una larga fetta di pubblico è “senza tempo di attenzione”. “Un lettore medio italiano dedica dodici minuti a un grande quotidiano, significa soffermarsi su non più di quattro titoli. Bisogna tenere conto di questa indisponibilità a essere attenti, un articolo dove dopo cinquanta righe non si capisce ancora l’argomento affrontato può essere un problema”. “Dobbiamo rimetterci in discussione», è la energica esortazione di Magnaschi, che ha tenuto tra l’altro a ricordare di aver iniziato come corrispondente di Libertá da Carpaneto suo paese natale. “C’è spazio per tutti se si fa un media che interessa, ma occorre chiedersi cosa interessa a un largo pubblico. La gente normale non ha tempo, i giovani americani sotto i 22 anni utilizzano il telefonino per cinque ore al giorno, questa competizione si fa sentire”.
Per quanto riguarda la rivoluzione apportata dall’intelligenza artificiale, il direttore di QN Quotidiano Nazionale Agnese Pini ne esalta i benefici ponendo l’attenzione però sui rischi: “Le nuove tecnologie sono sempre qualcosa di positivo e la storia dell’umanità insegna – le sue parole – certo, dobbiamo imparare a utilizzarle bene perché possono avere effetti collaterali sul mondo del lavoro, sulla qualità dell’informazione e quindi della democrazia”. Per l’editorialista di Repubblica Massimo Giannini “l’intelligenza artificiale ci pone davanti a una sfida complessa e pericolosa, ma sono convinto che ci sarà sempre bisogno di una sana, autorevole e credibile informazione e questo conferisce ai giornalisti grandi opportunità tra tante difficoltà”.
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