“Via i dehors in anticipo”: contromisure degli esercenti sul Corso per movida insicura
17 Ottobre 2023 17:01
Ai problemi ormai endemici di insicurezza e degrado, i commercianti nell’ultimo tratto di Corso – tra il Dolmen e il Facsal – vogliono provare a dare risposte concrete. O meglio, contromisure. La prima potrebbe incidere parecchio sui loro affari, ma “è doverosa per tentare di ridurre certe frequentazioni, anche nell’interesse dei residenti della zona”: la chiusura anticipata dei dehors. Oggi, nei fine settimana, gli spazi esterni di bar e locali notturni, con sedie e tavolini, chiudono in tardo orario, persino dopo le tre in alcuni casi. “Non sarà più così, ci siamo dati un limite massimo dell’una e mezza” spiega il gruppo di gestori delle attività, che ha contattato la nostra redazione per comunicare le decisioni “assunte a tutela della collettività”. Certo, la chiusura anticipata dei dehors rischia di incidere sui bilanci, con “mancati ricavi anche del 30 o 40% nei fine settimana”.
Sono una decina i locali aperti dopo la mezzanotte, che hanno elaborato un documento condiviso con una serie di impegni per arginare le degenerazioni della movida. Una necessità emersa con forza dopo l’ennesima escalation di violenza nella zona tra il Dolmen e il Facsal.
I residenti del Corso hanno lanciato anche una raccolta firme indirizzata all’amministrazione comunale. Intanto i commercianti provano a fare la loro parte. Non solo con i dehors, ma anche con la sicurezza privata. Nei giorni scorsi i titolari dei locali notturni hanno attivato le telecamere di video sorveglienza, mentre prosegue l’attività di controlli con due steward nella zona. “Uno di loro – spiegano – parla arabo, per comunicare al meglio con i gruppi di giovani”. Rispetto alla sicurezza stradale, invece, c’è una proposta: “Esortare l’amministrazione comunale a realizzare una sorta di “area condivisa” nel tratto di Corso tra Dolmen e Facsal, in cui i pedoni e le bici abbiano la priorità sulle auto, con un limite massimo di velocità pari a 20 chilometri orari”, si legge nel documento degli esercenti. I quali ora valutano la costituzione di una vera e propria associazione.
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