Padri e figli, alle Novate laboratorio di scrittura per detenuti e studenti
28 Ottobre 2023 02:22
Alcuni sono giovani, poco più che ragazzi. Altri hanno i capelli bianchi. A una prima occhiata non si può sapere chi di loro sia stato padre, fuori dalle mura delle Novate. Certo è che continuano a esserlo anche lì dentro, fra le pareti dei corridoi colorate come quelle di una scuola.
Chissà cosa hanno pensato gli studenti del liceo Gioia che l’altro pomeriggio si sono ritrovati a depositare negli armadietti zaini e cellulari per entrare nella casa circondariale di Piacenza: ad accoglierli la direttrice Maria Gabriella Lusi che dal 2020 sostiene il progetto “Genitori comunque” portato avanti con l’associazione “Verso Itaca”.
A essere promossi sono dei percorsi di genitorialità che mettono a fianco padri liberi e papà in carcere, facendoli incontrare e condividendo lo strumento della scrittura autobiografica. In quest’ottica un ruolo però lo hanno anche i ragazzi che fanno un percorso sull’essere figli: ieri ad accompagnare una trentina di studenti delle ultime classi del Gioia sono state la dirigente scolastica Cristina Capra e le insegnanti Elisabetta Malvicini, Annalisa Trabacchi e Donata Horak.
Il progetto è partito con una conferenza della professoressa Maria Cristina Bolla sulla genitorialità nel mondo antico che ha visto intervenire, nel ruolo di lettori, Paolo Contini e Alberto Gromi: presenti, oltre ai ragazzi del Gioia, anche i detenuti e le detenute delle Novate.
“Credo che conoscere anche questa realtà nella vita offra l’occasione di sviluppare un senso di cittadinanza particolare – spiega Lusi rivolgendosi agli studenti – non si viene in carcere per curiosità ma per vivere un pezzo di vita. La scuola si apre al carcere e viceversa: del resto ad accomunare questi due mondi è il loro essere istituzionale, sociale ed educativo”.
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