Un piacentino tra i misteri della Sindone: Belussi indaga sulla vulnerabilità del telo
13 Novembre 2023 04:15
C’è la fede e c’è la scienza. Non è detto che non possano intrecciarsi, ma nell’indagine sulla Sindone è giusto tenerle separate. Il celeberrimo telo di lino custodito nella cattedrale di Torino, oggetto di secolare devozione di chi vi vede il volto di Cristo, rischia di stingersi, occorre proteggere un’immagine che conserva ancora tanti misteri e che porta in sé un messaggio da cui, anche chi non crede, può sentirsi catturato.
Un piacentino, Giuseppe Belussi, è entrato in qualità di chimico nel pool di esperti (chimici, fisici, biologi, medici, ingegneri) che studia le più riposte pieghe e la vulnerabilità del telo. Ma è importante incorniciare la figura di Belussi: laureato a Parma ad indirizzo chimico fisico, per 40 anni ha lavorato all’Eni fino ad occupare il ruolo di capo del Gruppo di ricerca sulla catalisi. “Noi non entriamo nel merito di aspetti religiosi e anche la chiesa non insiste più di tanto, in quanto appare più importante la sensazione, il messaggio che si ricava da questo telo piuttosto che capire se è stato effettivamente il sudario che ha avvolto Cristo dopo la deposizione – spiega Belussi -. La missione principale nostra è la preservazione del manufatto. Il comitato scientifico cerca di capire perché si è formata l’immagine, questo è ancora un mistero, non c’è una spiegazione conclamata al riguardo”.
L’ARTICOLO DI PATRIZIA SOFFIENTINI SU LIBERTÀ
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