“Nella vita seguite la vostra passione. Il successo cambia in base all’età”
21 Novembre 2023 08:36
“Il tempo è la risorsa più preziosa che abbiamo: utilizzatelo per realizzare ciò che vi fa stare bene, non fatevi dettare dagli altri come impiegarlo”. Una lezione sulla leadership e sui principi che guidano le azioni, quella di Andrea Pontremoli agli studenti del Polo Mattei di Fiorenzuola d’Arda. Ieri mattina l’amministratore delegato di Dallara è stato infatti ospite della Rassegna Grandi Imprese organizzata dalla scuola in collaborazione con Confindustria Piacenza e Rotary Club Fiorenzuola.
“C’è una cosa che a noi umani è stata data in maniera uguale, a prescindere da qualsivoglia differenza: il tempo”, spiega Pontremoli agli studenti. «Tutti abbiamo 24 ore al giorno e sta a noi decidere come impiegarle. Quando qualcuno vi dice che “non ha tempo” per voi, sta raccontando una bugia. Il tempo scorre allo stesso modo per tutti. Quello che vi sta dicendo, piuttosto, è che voi non siete abbastanza importanti per lui. Riflettete su come investite il vostro tempo e non fatevi imporre l’agenda dagli altri, perché questa scelta sta a voi».
Così l’essere imprenditore e guida di un’azienda come Dallara supera il mero concetto di guadagno e successo. «Il denaro è solo uno strumento attraverso cui fare ciò che realmente vuoi fare. Non bisogna inseguire i soldi, ma la propria passione e le proprie attitudini, realizzare cose in cui si crede». Pontremoli non si ferma qui e, interrogato anche dagli studenti, fornisce una propria definizione di successo: «La misura del successo te la fornisce uno strumento che ognuno di noi ha in casa: lo specchio. È guardarsi ogni mattina e riconoscersi, non avendo nulla da recriminare perché si sta realizzando ciò che ci piace e desideriamo. Il successo assume diverse forme anche a seconda dell’età che stiamo attraversando, ma al primo posto resterà sempre la nostra dimensione umana. Avere degli amici veri con cui potersi confrontare davvero e a cui è possibile chiedere consigli non ha prezzo. Il mio mestiere di imprenditore oggi in realtà ha ben poco di tecnico, è molto più relativo ad essere una persona all’interno di un gruppo. In futuro potrete diventare super ingegneri o scienziati ma prima di tutto dovrete essere persone».
Pontremoli ricorda l’infanzia, le umili origini e i sacrifici dei genitori per potergli permettere di studiare: «Da piccolo abitavo a Bardi, per poter fare l’istituto tecnico era necessario entrare in collegio in città, ma era costoso. Mio padre a quel tempo si era indebitato per poter portare avanti il suo mulino, non erano tempi facili. Io però non avevo mezze misure e gli dissi: se non posso frequentare l’Istituto allora mi metto a lavorare immediatamente con te. Lui mi capì e mi disse una frase che porto ancora sulle spalle: essere indebitati per cento o per centouno non fa differenza, vai a studiare, io ho fiducia in te». Una lezione per il giovane Andrea Pontremoli: «Mi fece sentire responsabile della mia scelta e questo mi spinse a dare il massimo. Penso alle parole di mio padre tutti i giorni, quando devo compiere scelte in Dallara che influiscono su centinaia di famiglie. Ma qui sta il ruolo del leader, che non è necessariamente la persona più preparata tecnicamente, ma quella che infonde fiducia nei propri collaboratori, permettendogli di proporre idee ed esprimersi».
Esporsi e provare, senza temere di sbagliare. Nella filosofia di Pontremoli l’errore è un’occasione di crescita: «Dallara ha al suo interno la figura del Fault Manager, che è incaricato proprio a raccogliere e catalogare gli errori commessi in azienda, così da evitare di ripeterli in futuro. Questo vale soprattutto per le soluzioni ingegneristiche: si migliora solo sbagliando una miriade di volte. Questo è un concetto che fatichiamo a trasmettere alle nuove leve, cresciute invece con la cultura della perfezione». Pontremoli chiude ponendo l’accento sulla formazione e sulla sfida del coinvolgimento delle nuove generazioni nel mondo del lavoro e nelle discipline tecniche: «Se accusiamo i giovani abbiamo già perso in partenza. Sono le aziende a doversi avvicinare agli studenti, a coinvolgerli in maniera attiva. Teniamolo a mente e continuiamo ad alimentare il dialogo, la formazione è fondamentale».
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