Tra alta finanza e tech ma dalla casa di Bobbio. Storia di un “cervello” che non se ne va
09 Dicembre 2023 06:51
Era solo al quarto anno di liceo – il classico, al Gioia – ma già l’università Bocconi l’aveva ammessa alla sessione anticipata del test d’ingresso dedicata ad allievi selezionati nelle scuole superiori di tutta Italia.
All’esame di maturità l’anno dopo si è presentata con una tesina sulle radici psicologiche delle bolle finanziarie. Alla Bocconi si è poi iscritta davvero, l’ha rappresentata nelle competizioni internazionali e si è laureata con lode alla magistrale due volte, in Giurisprudenza e Finanza. Una non le bastava.
Non stupisce che Lucrezia Platè, dopo aver pubblicato con il Gruppo24Ore la sua tesi sul permanent capital come nuova frontiera del private equity, sia stata così corteggiata dal mercato del lavoro, rapidamente diventata manager in gruppi con fatturati da capogiro come Fintech Ion e Bending Spoons: telefonate continue da New York o da Londra, dove ha frequentato uno stage nel prestigioso studio BonelliErede. Ma lei a 31 anni insiste: si può lavorare – e bene – anche da Bobbio, dove Lucrezia è nata e dove ha frequentato asilo, elementari, medie.
Chi si aspettava la storia di un cervello in fuga resterà deluso: questa è la storia di un cervello di ritorno, anzi di uno che non se ne è mai voluto andare.
Attualmente Lucrezia ha scelto di lavorare come consulente indipendente, sostenendo aziende e fondi di investimento nella crescita. Il motivo lei lo chiama così: work-life balance, l’equilibrio tra vita professionale e privata.
“Sono ambiziosa e voglio raggiungere il massimo, ma per restituire alla mia famiglia tutto quello che mi ha garantito”, spiega Platè.
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