Il progetto di Erica: “Creare una famiglia di robot per far giocare i bambini disabili”
29 Dicembre 2023 04:56
Si chiama Odile e il rifermento al lago dei cigni non è per nulla casuale. Lo potremmo infatti definire il cigno nero della robotica quello pensato e realizzato da Erica Panelli all’interno della tesi di laurea presentata lo scorso ottobre nella sede del Politecnico di Milano. Un progetto che porta il futuro nel presente attraverso la realizzazione di un robot capace di interagire con le persone e ideato per suscitare emozioni in un contesto di Metaverso reale.
“L’obiettivo finale è quello di portare la robotica a teatro. Un’attività che mi ha permesso di unire le mie due grandi passioni, quella della danza che mi accompagna da quando sono bambina e quella della ricerca e sviluppo” spiega Erica. Odile è il protagonista di un progetto complesso ideato dal dottorando Federico Espositi e al quale hanno partecipato altri due studenti, Maurizio Vetere e Amor Madhkour, che si sono occupati degli aspetti riguardanti il controllo e la percezione del robot.
“Il robot è formato da due grandi braccia con le quali interagisce con le persone – continua la giovane dottoressa in ingegneria informatica classe 1997 – e potrà essere utilizzato in spettacoli teatrali come una sorta di marionetta Wi-Fi”. A confermare le capacità di Odile, la riuscita dei due test a cui è stato sottoposto: “Nel primo – conferma Panelli – all’interno di un’Escape room il robot ha aiutato una persona a compiere le scelte giuste per uscire dalla stanza attraverso l’accensione di alcuni pulsanti colorati; nel secondo test invece il robot doveva far capire alla persona che solo dopo essere stato accarezzato avrebbe potuto aiutarla a compiere la missione”.
Dopo la laurea Erica non si è di certo fermata. Non si smette mai di fare ricerca e terminato un progetto ecco subito un altro che tratta del delicato tema dell’inclusione: “Nel laboratorio del Politecnico di Milano insieme al professore Andrea Bonarini e in collaborazione con alcuni accademici dell’Università degli studi di Bergamo e dell’Università degli studi di Siena stiamo lavorando per costruire una famiglia di robot modulari per permettere il gioco inclusivo ai bambini con disabilità fisiche e cognitive all’interno di un contesto di classe”. Ma Erica come si vede nel futuro? “Mi vedo sempre nell’ambito della ricerca e dello sviluppo, vorrei continuare a ideare e costruire robot innovativi e perché no, magari riiniziare a danzare”.
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